Milano / Malpensa
'Il Mondo che vorrei'
Il titolo era già, di per sè, la sintesi perfetta dell’iniziativa. Perchè per i ragazzi e e le ragazze un Màndala è un disegno con un alto valore simbolico. Per i giovani i Màndala sono stati il simbolo del loro desiderio di pace e del loro desiderio di salvaguardare l’ambiente in cui vivono - ha spiegato il docente Vito Palladino della scuola secondaria di Inveruno - Alla base del Màndala c’è una figura geometrica, il cerchio, che, con la sua perfezione, da sempre, ha affascinato studiosi, non solo matematici. Ecco che, ancora una volta, alla base di un’opera d’arte c’è una disciplina che agli occhi degli studenti è spesso la meno artistica di tutte: la geometria. Ma davvero matematica e arte sono così distanti? Davvero si può dipingere senza prospettiva? Davvero si possono conoscere le note musicali senza conoscere le frazioni? Quanta matematica c’è nella struttura di una poesia? La matematica, il filo conduttore, ci insegna che il sapere è unico… e ci renderà migliori E questo sapere ci farà finalmente capire che tutti siamo parte di un unico popolo … che solo la pace potrà conservare. E che viviamo su un solo pianeta … che solo la conoscenza potrà difendere”. Ma la performarce artistica dei ragazzi, che hanno realizzato le opere rimaneste allestite nella mostra in Sala Virga per oltre una settimana, andava oltre, voleva far immaginare il Mondo che vogliamo... più attento all’ambiente, ai diritti di tutti, con più attenzione alle persone fragili. “Il mondo che vorrei...Gli obiettivi del III Millennio, Agenda 2030” era infatti la riflessione della manifestazione di arte, educazione alla sostenibilità del pianeta terra e alla pace dei popoli. Con un’attenzione particolare al popolo ucraino, così colpito dalla guerra .
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