Milano / Malpensa
Toni, 'guerriero' paralimpico
- 12/05/2022 - 15:20
- Castano Primo
- Sport
- Storie
La vita che, all'improvviso, cambia. Quella diagnosi tremenda (forma genetica rara di distrofia muscolare), che arriva proprio in uno dei suoi momenti di più grandi soddisfazioni e successi e che, alla fine, avrebbe disorientato qualsiasi persona, ma non lui. No, perché Toni Milano (e, in fondo, forse diversamente non avrebbe potuto essere, visto il suo soprannome 'Il guerriero') proprio da qui è ripartito per costuire, come l'ha ribattezzato, il nuovo presente e futuro. "La mia seconda vita - commenta - E' così che la chiamo". Già, un prima e un dopo, insomma... Prima, un ragazzo con tanti sogni e obiettivi da realizzare, l'amore e la passione per lo sport, più precisamente il ciclismo professionistico, le gare e gli importanti risultati che, un po' alla volta, si susseguivano; dopo, invece "Proprio la malattia - racconta - Una patologia genetica rara ereditaria che avevo sin dalla nascita e di cui, però, non sapevo di essere affetto, o almeno non fino a quando sono comparsi i primi vaghi sintomi, quali, ad esempio, difficoltà a correre anche per brevi tratti oppure a fare più piani di scale. Sintomi subdoli, difficili da identificare e collegare a qualsiasi patologia, sia per me che per i molti, forse troppi medici ai quali mi ero rivolto”. Un percorso che cominciava da capo, appunto, tra analisi, terapie e visite, per inseguire e trattare la degenerazione incessante del male. "Dovendo riadattarmi a molte cose che prima davo per scontate - ricorda - E' stato come essere, davvero, nato una seconda volta. Non potevo, però, stare fermo e, seppur è stato ed è tutt'ora difficile, mi sono detto che dovevo combattere la battaglia che mi si era presentata davanti". Forza di volontà, tenacia, grinta e carattere, dunque, sono state le parole chiave che l'hanno accompagnato e continuano ad accompagnarlo. "E poi lo sport, punto fermo fin da giovanissimo e che non mi ha mai abbandonato - afferma - Il mondo paralimpico oggi, dove sono ulteriormente cresciuto, che mi ha aiutato tantissimo e dal quale sono arrivati altri bellissimi risultati. Ma, come ripeto sempre, non mi fermo qui". Perché la strada che vuole percorrere e conquistare è lunga, inseguendo anche quel sogno 'da record' che, per provare a centrare, ecco che, nei giorni scorsi, è venuto a Castano, al campo sportivo, per iniziare a prendere confidenza e per i primi test sulla pista di atletica. "Prevalentemente preferisco le distanze medio-lunghe (dagli 800, 1500 in su, fino ad arrivare ai 5 mila) - conclude - Oltre ad essermi avvicinato pure alle mezze maratone. La mia storia con la carrozzina olimpica, nello specifico, parte all'incirca 3 anni fa, per poi qualificarmi nelle varie categorie, fino a quella massima, in cui sono ora. Un'esperienza che, lo ripeto, mi sta dando tanto, però dove servono grande impegno, concentrazione e attività costante. Non c'è, per capirci, solo la parte della preparazione del corpo, bensì fondamentale è che questa vada di pari passo con la testa. Senza dimenticare, ovviamente, il team di lavoro che mi segue e che è un punto fermo in ogni singolo istante".
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