Milano / Malpensa
'Dove c’è gente, c’è Velca'
'Dove c’è gente, c’è Velca': questo il titolo della mostra organizzata nella sala rossa del Museo Fratelli Cozzi in occasione della Design Week e del programma di eventi per il Fuorisalone 2021, in collaborazione con il distretto 5VIE. Un titolo che ricorda la nobile storia di Velca, perché riprende lo slogan nato dalla collaborazione negli anni ‘80 con il teatro Litta di Milano (di cui Velca curò l’arredo). Protagonista della mostra è stata un’azienda legnanese che non c’è più ma che è rimasta grazie ai suoi prodotti nell’immaginario, nella case - e nel cuore - di tantissime persone. Stiamo parlando di Velca Legnano, che negli anni di attività ha firmato pezzi come Scaleo, Vip, Golf e le sedie Serie K (oltre un milione di pezzi venduti in tutto il mondo, vincitrici del Compasso d’Oro). Un marchio conosciuto a livello mondiale, come abbiamo voluto sottolineare nel sottotitolo della mostra. La scaletta Scaleo (1974) infatti fa parte della collezione del MoMA - Museum of Modern Art di New York. La mostra è rimasta aperta al pubblico - con la possibilità di prenotare visite guidate - dal 4 al 12 settembre: in una settimana sono stati accolti oltre 400 visitatori, tra cui molti ex dipendenti Velca e persone del mondo del design e dell’architettura. Velca è, infatti, un nome noto tra gli addetti al settore. Basti pensare che tra i designer e professionisti che hanno collaborato o le cui storie si sono intrecciate con Velca Legnano ci sono talenti come Renzo Piano e Oliviero Toscani, Lucci & Orlandini, Benanti & Brunori, Franco Annoni e Albert Leclerc, Claudio Platania. E gli architetti Latis, che disegnarono la sede di via Juker. Tra i visitatori anche il gruppo dei Giovani Imprenditori Confindustria Altomilanese e la Famiglia Legnanese, che ringraziamo anche per il patrocinio. “Siamo stati davvero contenti di iniziare una nuova stagione di eventi al Museo con un progetto così coerente con la nostra missione: diffondere la cultura di impresa - ha detto la direttrice del Museo, Elisabetta Cozzi - In questo caso l’azienda non esiste più ma la memoria anche di ciò che è stato conta così tanto per affermare il presente e progettare il futuro. Crediamo che i musei abbiano un compito: rendere il passato sempre leggibile, coinvolgente e facilmente riconoscibile agli occhi del grande pubblico.
Come ben esprime Antonio Calabrò, Presidente di MuseImpresa: “Luoghi vivi, vitali, spazi in cui un’azienda racconta la propria storia. Luoghi dove tradizione, esperienza e innovazione si fondono e dove anche l’arte è protagonista”. “Tradizione non è culto delle ceneri ma è custodia del fuoco” diceva Gustav Mahler. I musei di impresa credono nella “custodia del fuoco” appunto, la relazione costante con l’evoluzione della modernità.
Senza un racconto d’impresa non ci sarebbero prospettive future. Un concetto che rafforza il ruolo dei musei e degli archivi aziendali, in particolar modo nei confronti delle giovani generazioni”. Infine, sono stati davvero molti i momenti emozionanti. Tra questi vogliamo annoverare la visita degli ex dipendenti, che hanno condiviso con noi documenti preziosi come una lettera di riconoscimento per il lavoro svolto in Velca e un libretto del lavoro, e la serata conclusiva, andata subito sold out, dove abbiamo avuto l’onore di avere come ospiti gli architetti Roberto Lucci e Paolo Orlandini nonché Claudio Platania, insieme ai figli dei fondatori Velca Gabriele Vedani e Daniele Casaroli. “A tutti loro e alle famiglie Vedani e Casaroli va il nostro ringraziamento, per aver condiviso tanta Bellezza. Grazie anche agli ex dipendenti, al Comune di Legnano per il patrocinio, al sindaco Lorenzo Radice e all’assessore Guido Bragato per l’attenzione. Grazie anche all’Associazione 5Vie che ha permesso a Legnano di essere parte di in uno storico Distretto del Fuorisalone. Infine, un ringraziamento speciale al giornalista Paolo Girotti, ideatore e curatore della mostra. Il nostro grande, appassionato custode del fuoco”.
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