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domenica 24 novembre 2024 | ore 18:03

Giustizia ed Eutanasia: due referendum

Tra i tanti quesiti aperti alla firma popolare ve ne sono due che meritano menzione particolare. Sono il referendum sulla giustizia, promosso dai Radicali italiani e dalla Lega e il referendum sull’eutanasia legale.
Generica - Referendum (foto internet)

Tra i tanti quesiti aperti alla firma popolare ve ne sono due che meritano menzione particolare. Sono il referendum sulla giustizia, promosso dai Radicali italiani e dalla Lega e il referendum sull’eutanasia legale. Entrambi si fanno portavoce di due grosse proposte di legge, necessarie da tempo, che rendono la firma per il Sì un gesto tanto consapevole, quanto rumoroso, a fronte di un Parlamento eletto che per anni ha sempre ignorato le materie. Partiamo dal referendum sulla giustizia, che articola la sua proposta di riforma su sei quesiti: il primo propone la riforma del CSM, organismo di autogoverno dei magistrati, eliminandone il peso nella selezione delle candidature, colpendo il “correntismo e il condizionamento della politica sulla giustizia”. Con il Sì al secondo quesito si introduce, invece, finalmente la responsabilità diretta dei magistrati in relazione al proprio operato, al contrario di quanto accade oggi dove “il cittadino colpito da accuse inesistenti o che finisce in carcere da innocente oggi non può chiedere direttamente conto al magistrato dei suoi errori”. Il terzo quesito vuole intervenire sull’equa valutazione dei magistrati, oggi in mano al CSM, consentendo di “estendere anche ai rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura nei Consigli giudiziari la possibilità di avere voce in capitolo”. Il quarto punto propone la “separazione delle carriere dei magistrati per garantire a tutti che un giudice sia veramente terzo e trasparente nei ruoli”. Il quinto quesito vuole essere un limite all’abuso della custodia cautelare, “eliminando la possibilità di procedere con la custodia cautelare per il rischio di reiterazione del medesimo reato, di modo che finiscano in carcere prima di poter avere un processo soltanto gli accusati di reati gravi”. Il sesto quesito colpisce la Legge Severino e propone l’eliminazione dell’automatismo nella decadenza dai pubblici uffici per gli amministratori locali, restituendo ai giudici la facoltà di decidere se applicare o meno l’interdizione dai pubblici uffici. Sei quesiti di assoluta ragionevolezza, ai quali votare Sì con forza, così come per quanto riguarda il secondo referendum, quello sull’eutanasia, che mira all’abrogazione dell’art.579 del Codice Penale, recante la seguente disposizione: “Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni”. Il referendum vuole abrogare la norma penale, “introducendo la possibilità di ’eutanasia attiva nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”, pur restando punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni”. Votare è possibile presso gli uffici di segreteria dei propri comuni di residenza e nei banchetti aperti nelle piazze, farlo significa mettersi davvero in gioco.

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