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domenica 24 novembre 2024 | ore 15:36

Fornero e il buon senso

Dopo le nomine di Carlo Stagnaro e Riccardo Puglisi come consulenti del governo facenti parte del Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica, l’ulteriore nomina di Elsa Fornero è la garanzia che finalmente il buon senso è tornato a circolare tra le stanze di Palazzo Chigi.
Attualità - Elsa Fornero (Foto internet)

Dopo le nomine di Carlo Stagnaro e Riccardo Puglisi come consulenti del governo facenti parte del Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica, l’ulteriore nomina di Elsa Fornero è la garanzia che finalmente il buon senso è tornato a circolare tra le stanze di Palazzo Chigi. La notizia non dovrebbe di per sé risultare clamorosa, se non fosse che ad avallare il ritorno a palazzo dell’ex Ministra saranno proprio coloro che hanno costruito una buona parte del loro consenso contro di lei. Elsa Fornero è stata nominata infatti da Mario Draghi, nonché il Primo Ministro votato e sostenuto proprio dalla Lega e dai 5S. Celebri le frasi di Salvini che già la vedeva in un’isola deserta e che prometteva di smontare le sue riforme pensionistiche, o ancora quelle di Di Maio, che per un periodo della sua esperienza politica incolore si è visto primo sostenitore di misure come “quota 100”. Invece ora, quasi il karma avesse giocato un ruolo da protagonista, eccola ritornare “per compiere scelte impopolari”. Proprio come per la sua prima riforma pensionistica, le cui conseguenze, esasperate dalle campagne d’odio contro di lei rivolte, ne hanno offuscato tutti i meriti. La “Salva Italia” del 2012, così si chiamava, ha avuto il grande onere e onore di dare la spinta definitiva al paese, che già attraversava un momento di crisi nera, nel passaggio da un metodo di calcolo integrato tra sistema retributivo e sistema contributivo, ad un sistema interamente contributivo. Un passaggio, che ha causato sì lo slittamento dell’età pensionabile di tanti italiani, ma che nell’ombra ha avuto in primo luogo l’efficacia necessaria nel dar respiro ai conti pubblici, riducendo costantemente il peso della spesa per pensione sul Pil (tutt’oggi il 20% della spesa pubblica italiana è destinata al sistema pensionistico), in secondo luogo di sanare l’ingiustizia sul calcolo e sulle modalità della pensione e, infine, di accendere un barlume di speranza per tutti quei giovani sui quali oggi grava l’immenso e oltremisura soverchiante costo pensionistico. Il ritorno della Fornero è dunque garanzia di scelte necessarie, riforme utili e decisioni supportate dai numeri, che davvero possono aiutare il paese. Il solco tracciato da Draghi è importante e gli innesti con i quali lo sta continuando sono davvero di primissima qualità; le critiche piovute addosso alla stessa Fornero, così come a Puglisi o Stagnaro sono soltanto la garanzia di aver imboccato la retta via: quella delle riforme necessarie, che, per definizione, non piacciono.

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