Milano / Malpensa
Preghiera insieme
“Signore vorrei che nel mondo ci fosse pace tra i popoli, amicizia tra le persone e fraternità. Fa che questo desiderio si avveri”. Ha usato le parole di una bambina, don Giuseppe Marinoni, parroco di Magenta, oggi (1 gennaio) in piazza Liberazione, sotto i portici, per aprire la preghiera insieme alle altre comunità religiose. C’erano Padre Ioan Comurciuc della comunità ortodossa, Ayub Akhter della comunità islamica, Simona Lesmo, per i buddisti, Daniele Molho per la comunità ebraica. E il Sindaco Chiara Calati. Per un incontro dal titolo ‘Non c’è pace senza la cultura della cura’. Messaggio che il Santo Padre, Papa Francesco, ha inviato ai Capi dei Governi di tutte le nazioni del mondo. “Il papa ha usato un’immagine – continua don Giuseppe – la barca dell’umanità scossa dalla tempesta della pandemia che procede verso l’orizzonte. La barca ha, come timone, la dignità di ogni persona umana. Tutti dobbiamo collaborare per navigare verso un orizzonte di pace e di fraternità, di sostegno, solidarietà e accoglienza. Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri. Impegniamoci ogni giorno concretamente per formare una comunità composta da fratelli e sorelle che si accolgono reciprocamente prendendosi cura gli uni degli altri. Faccio mia una preghiera di San Giovanni Paolo II. Pace da sempre attesa e sperata come si attende la pioggia dopo mesi di arsura. Ma la pace fiorirà se avrà trovato posto dentro di noi. E se sapremo fare nostro il grido degli innocenti e l'angoscia degli oppressi. Pace da sempre nata e desiderata. La pace verrà se avremo posto nella nostra casa per chi non ha un tetto, se avremo posto per un disperato da ascoltare. Pace sospirata e cercata e lei verrà se non cederemo alla provocazione, se saremo uniti per la vita contro la morte. Pace da sempre amata e attesa come si aspetta un dono nel giorno di festa. La pace verrà e sarà un dono di Dio e sarà il frutto più vero”. Al sindaco Chiara Calati è stato donato un ramo di ulivo. Dono ricambiato dal primo cittadino con delle spighe di grano, simbolo di tradizione contadina del territorio, frutto della terra e emblema di rinascita. “Che questo inizio di anno possa entrare nel cuore di tutti noi abbandonando la sofferenza, la rabbia, l’astio - ha detto il sindaco - Quei sentimenti che ci fanno morire dentro. C’è stata una bellissima rete di aiuti nel corso dell’anno che ci siamo lasciati alle spalle, con tutte le associazioni impegnate. Facciamo tesoro di quanto di bello è stato fatto. Il nuovo penso proprio che sarà l’anno del noi e non dell’io”.
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