Milano / Malpensa
Il cuore grande di Fernando
Lo aveva visto da giovane parecchi anni fa. Ora lo ha reincontrato da adulto. Con un tumore contro cui vuole combattere strenuamente e con dignità. Con la forza delle medicine, della speranza e della fede in Dio. Ma l'esperienza difficile che sta vivendo non ha sradicato in lui la pianta rigogliosa delle generosità. Padre Davide Sciocco, sacerdote canegratese ormai da anni in missione in Guinea Bissau, racconta con una toccante lettera la storia di Fernando e della sua guerra contro il male. E lo fa anche per evidenziare il gran cuore del ragazzo che ha scelto di donare una parte della somma di cui dispone alla chiesa locale. Parole che si fanno cammei di ricordi e parlano di un legame partito da lontano e mai allentato, anzi rafforzato dal tempo. "Erano anni che non vedevo Fernando - scrive padre Davide - è ormai uomo adulto, quando andavo nel lontano villaggio di Kambedju era un giovane fedele agli incontri che facevo di primo annuncio, la catechesi per chi mai aveva sentito parlare del Vangelo.Dopo venticinque anni non c'è ancora nessun battezzato, mentre la scuola funziona molto bene". Fernando era ed è pieno di speranze. Ma, nelle traiettorie sempre imprevedibili del suo destino, si è trovato sulla strada un masso davvero pesante, ma non inaggredibile. "Ora Fernando - racconta padre Davide - si trova a Bissau, perché stava malissimo e gli hanno diagnosticato un tumore, da tre anni lotta per avere il riconoscimento medico e il visto per essere curato a Lisbona. E così vive raccogliendo ferro vecchio con una vecchia carriola e, nei giorni che sta male, resta a letto, Stando a Bissau ha cominciato a venire in chiesa fedelmente e spera nel miracolo". Una mattina Fernando trova qualcosa di inatteso: mentre è impegnato nella sua attività di raccolta di ferri vecchi, infatti, si imbatte in sei zaini abbandonati e contenenti parecchio materiale: passaporti, documenti, carte di credito e parecchio denaro. Opera, probabilmente, di un colpo messo a segno da alcuni ladri che, forse braccati, hanno lasciato quella refurtiva. Fernando non ci pensa due volte e porta tutto a padre Davide. Ma non fà solo questo, gli regala anche parole che ne testimoniano la grandezza d'animo: "Io non ho nulla - dice a padre Sciocco che riporta fedelmente le sue parole - certi giorni non mangio, però ho ricordato quanto dicevi a Kamdedju; ho ricordato la parola di Gesù e non potevo tenermi queste cose, eccole". Fernando è sicuro: il bene del donare sa sempre urlare più forte della tentazione del trattenersi qualcosa, specie se non è proprio. Padre Davide contatta un funzionario di Polizia che contatta il Consolato e fà scattare le operazioni al termine delle quali vi sarà il lieto fine: chi si è visto rubare quei documenti e quei soldi li ha infatti riavuti grazie all'identificazione resa possibile dalla presenza dei documenti di riconoscimento. E Fernando, per la sua generosità, ha avuto una ricompensa di 300 Euro. Fine della storia? No, anzi, il bello arriva subito dopo. Fernando, infatti, va da padre Davide e gli dona 15 Euro e ancora un'altra banconota perché, dice, "Dio prima di tutto" e aggiunge "E' Gesù che me lo ha insegnato". Un gesto che ha commosso padre Davide. Nel prosieguo della lettera, infatti, afferma: "Quel gesto è valso più di mille ringraziamenti, e ho ringraziato il Signore perché mi ha fatto vedere che il seme sparso porta sempre frutti, anche dopo anni, nei modi e nei tempi che solo lo Spirito conosce". I 15 euro hanno preso la strada della Parrocchia di don Gino, cui il missionario canegratese ha deciso di affidarli. Che sono 15 euro, ma per il valore del gesto e la preziosità dell'opera che supportano valgono l'ennesima potenza di essi. Ora Fernando continua la sua battaglia contro il cancro. Ma ve ne è una che certamente ha già vinto in modo definitivo; quella della capacità di amare e di capire la forza dei piccoli grandi gesti di attuazione di quell'amore. Però ora Fernando vuole vincere ancora. Per continuare ad essere quel capolavoro di persona che ha dimostrato di essere.
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