Milano / Malpensa
Referendum: cosa sapere
- 04/09/2020 - 10:38
- Politica
“Approvate il testo della Legge Costituzionale concernente modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 240 del 12 ottobre 2019?” – Sarà questo il quesito al quale, il 20 e 21 settembre, gli italiani saranno chiamati a rispondere. Ma se da una parte sembra estremamente chiaro l’intento della legge costituzionale, dall’altro si rileva una ben poco chiara definizione degli schieramenti politici in campo e, soprattutto, del reale contenuto della riforma. Dunque, approfondiamo insieme, attraverso un’attenta lettura dei documenti ufficiali della Camera, sia il contenuto della legge, che le posizioni dei partiti in campo. “Nella Gazzetta Ufficiale del 12 ottobre 2019 è stato pubblicato il testo della legge costituzionale, che prevede la riduzione del numero dei parlamentari: da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi. Il testo interviene anche sulla previsione costituzionale dell'art. 57, terzo comma, che individua un numero minimo di senatori per ciascuna Regione. Rispetto al testo vigente, si stabilisce che è pari a tre il numero minimo di senatori elettivi per ciascuna regione o provincia autonoma; resta immutata la rappresentanza senatoriale del Molise (due senatori) e della Valle d'Aosta (un senatore) prevista dal vigente articolo 57, terzo comma, della Costituzione. Viene inoltre fissato a cinque il numero massimo di senatori a vita di nomina presidenziale, mentre non vengono apportate modificazione della previsione costituzionale vigente circa gli ex Presidenti della Repubblica senatori di diritto a vita. L'art. 4 della proposta di legge costituzionale dispone che "Le disposizioni di cui agli articoli 56 e 57 della Costituzione, come modificati dagli articoli 1 e 2 della presente legge costituzionale, si applicano a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e comunque non prima che siano decorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore". La legge di modifica costituzionale è stata approvata dal Senato nella seduta dell'11 luglio 2019 e dalla Camera dei deputati nella seduta dell'8 ottobre 2019, dunque risulta essere un provvedimento che porta la firma delle forze legate sia al Conte 1 che al Conte 2. Ma come si schierano i partiti? Il Movimento 5 stelle è fiero vessillifero del “SI” e propone una convinta campagna elettorale basata sul risparmio di denaro pubblico e su una presunta maggiore efficienza delle nuove Camere. Il Partito Democratico formalmente appoggia la linea del SI, tuttavia al suo interno forti correnti spingono per il NO. La Lega non si discosta poi molto dal PD, infatti, nonostante la linea sia quella del SI, non manca fermento nella base del partito, che invece penderebbe per il NO. Fratelli d’Italia vota convintamente per il taglio, mentre Forza Italia, stando alle parole di Berlusconi, lascia libertà di voto, anche se propende per il NO. Più Europa sceglie il NO.
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