Milano / Malpensa
Gli 'immortali' di Sacchi
Van Basten, Gullit, Rijkaard, ecc... e poi, ovviamente, il presidente Berlusconi, Galliani e più in generale la società ed il gruppo intero: parla sempre al plurale, perché, se da una parte è stato l'allenatore che ha rivoluzionato il modo di fare calcio, dall'altra è stato anche il mister che ha trasmesso fin dal primo giorno che si è seduto in panchina quell'idea di squadra, fondamentale per raggiungere determinati traguardi. E' un Arrigo Sacchi a 'tutto campo', insomma, quello che arriva al museo 'Maga' di Gallarate, per presentare il libro (scritto assieme al giornalista de 'La Gazzetta dello Sport', Luigi Garlando) 'La coppa degli immortali' (evento curato dalla libreria Biblos, con il patrocinio del Comune). Trent'anni fa la conquista della leggendaria Coppa dei Campioni del 1989, trent'anni dopo il 'grande' Milan, il 'suo' Milan, torna a rivivere, appunto, nelle pagine tra testi, immagini e ricordi (dalla nebbia di Belgrado, allora, al 4 - 0 della finale di Barcellona, dai gol 'fantasma' contro Stella Rossa e Werder Brema, al 5 - 0 al mitico Real Madrid e via dicendo). "Ho sempre pensato che il calcio non fosse un fatto solo difensivo o offensivo. Il calcio era saper fare ogni cosa", quasi un 'mantra' che lo stesso tecnico è riuscito ad inculcare nelle teste dei giocatori e che a più riprese ha continuato a ripetere negli anni successivi e pure l'altra sera. "Perché non bisogna mai dimenticarsi che prima di tutto viene il club, quindi la squadra e, infine, il singolo - ha detto - Mentre, purtroppo, si pensa sempre che sia il contrario. E', infatti, con il lavoro di gruppo che si ottengono successi, collaborando assieme e mettendoci cuore, passione, impegno e generosità". Così, allora, proprio con questi tasselli, ecco che è nata una compagine formidabile, passata alla storia come 'Gli immortali' e che è considerata universalmente la più forte di tutti i tempi. "Una realtà unica, eccezionale, straordinaria che, dove andava, sapeva regalare emozioni ai suoi tifosi, ma, in fondo, agli appassionati di qualsiasi squadra - ha spiegato - Che cosa ci ha portati ad un simile risultato: beh... se dai qualcosa agli altri, ti ricorderanno sempre e da qui, dunque, il fatto che quel Milan sia stato e sia anche adesso e lo sarà in futuro riconosciuto da chiunque. Momenti fantastici, giocatori di grandi qualità tecniche e atletiche, certo, prima ancora però umane e, poi, la società, che si è 'spesa' fin da subito per un progetto e in un'idea differente dal passato, alla fine ho dato la mia vita al calcio e il calcio mi ha ripagato con emozioni indescrivibili".
DAL LIBRO E DAL 'SUO' MILAN AD OGGI: L'INTERVISTA AD ARRIGO SACCHI
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