Milano / Malpensa
Se va a fuoco la storia
- 16/04/2019 - 06:14
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Un tonfo al cuore, come se una parte o qualcuno di noi, stesse per non farcela. Come in quel drammatico 11 settembre 2001 il mondo si ferma, inerme, davanti alla TV. Ancora una volta è tempo di aggrapparci agli sforzi dei Vigili del Fuoco, ripensare e condividere i momenti e i ricordi di quando l'abbiamo visitata o alle aspettative di quando saremmo voluti andarci. E la gente, tanta, tantissima, ovunque, in ginocchio, in preghiera. Con il mondo che in un abbraccio simbolico è tornato unito nel vedere questo patrimonio gotico in fiamme. Scena da 'attacco alla terra' o 'inondazioni bibliche' che nemmeno i più forsennati film fantascientifici avevano mai osato toccare (finte distruzioni della Torre Eiffel si sono viste, ma nessuno aveva mai osato 'toccare' Notre Dame).
I lavori per preservare le enormi statue dei 12 apostoli e 4 evangelisti (tre metri di altezza e 250 kg di peso) forse sono stati la causa scatenante di questo dramma di un altro tempo. Non ci rendiamo conto davvero della fragilità del patrimonio storico e artistico che la storia ci ha consegnato. La fortuna, in Italia, è che spesso le grandi strutture del passato sono fatte in pietra e non in legno come all'estero, ma senza cura, fondi e attenzione dobbiamo capire e comprendere come nulla sia eterno.
Siamo custodi e responsabili di un patrimonio secolare, un passato che ci ha portati ad essere quello che siamo e che non deve essere solo una risorsa per i turisti (a Notre Dame ogni anno erano 12 milioni).
È una riaffermazione, anche fortissima, forse inconscia, del ruolo delle chiese nella vita e nella simbologia delle nostre comunità. Con un altissimo valore spirituale ma anche sociale, storico e civico per la nostra cultura.
Il simbolo cattolico, ma anche laico, di Parigi e della Francia (basti bensare anche all'incoronazione di Napoleone e la beatificazione di Giovanna d'Arco), è in gran parte bruciato ma la struttura ha retto. E se qualcosa per ricostruire si potrà fare, rimane e rimarrà in tutti quel senso di fragilità e paura che elementi così ancestrali come il fuoco e la preghiera tornano a scontrarsi, a ribaltarsi, in questa Settimana Santa 2019. Ma ancor di più, forse, deve rimanere quel senso di protezione e condivisione in tutti, francesi, italiani, tedeschi, spagnoli... per elementi appartenenti a una cultura europea unica, imponente e indivisibile, al di là di strumentali e deplorevoli nazionalismi.
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