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lunedì 25 novembre 2024 | ore 16:14

A 'Oxfam' non piacciono i ricchi, ma...

Rubrica 'Il bastian contrario' - Oxfam a Davos

Puntuale come un orologio svizzero. Si apre Davos, il forum dell’ipocrisia, e giunge al mondo il rapporto Oxfam sulla distribuzione della ricchezza e sulla disuguaglianza. Pagine e pagine di numeri, che partono da una premessa sbagliata e che servono più ad alimentare l’invidia sociale, che a fornire informazioni corrette e precise sullo stato del nostro mondo. Oxfam è un’organizzazione non governativa britannica, che da anni si occupa di fornire quello che è per loro il ritratto della nostra società. Quest’anno afferma nuovamente che “i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e che poche persone posseggono da sole la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità”. Il segnale che ci giunge da questi dati è allarmante, oltre che politicamente ben definito, peccato però che non sia credibile, perché nato e cresciuto sulla base di un’interpretazione sbagliata. Mi spiego: gli studi svolti da questa ong sono basati sul criterio della “ricchezza netta”, quindi una persona per essere considerata ricca deve avere un saldo molto positivo tra attività e passività. Ponendo che la maggior parte, se non l’interezza, del mondo sviluppato riscontra tra le passività un mutuo aperto o dei debiti da saldare, ecco che queste persone, che pur vivono una vita lontanissima dalla povertà, risultano più povere di un qualunque uomo del centro Africa, denutrito e nullatenente, ma con ricchezza a saldo zero. Avere debito non vuol dire essere più poveri, ma per Oxfam è il modo migliore per tagliare dai suoi dati la fascia media. Inoltre, prendendo ad esempio lo stesso studio pubblicato da Oxfam solo due anni fa, è facile scoprire come i grandi ricchi, 80 nel 2016 , siano in costante diminuzione, 42 nel 2018. La grande battaglia di Oxfam per la ridistribuzione della ricchezza, seppur vuota e fasulla, ha contribuito a scavare nella coscienza collettiva la falsa credenza per cui il benessere dei più poveri è subordinato all’erosione dei patrimoni dei più ricchi. Mai più grande fesseria fu detta. La povertà assoluta sta scomparendo ( 36% nel 1994 – 14% nel 2011) e la ricchezza è sempre più questione anche dei più piccoli. “Secondo l’Oxfam il mondo migliorerebbe se la ricchezza di quei 42 miliardari venisse distrutta, ma in questo modo i poveri non ne gioverebbero, ne gioverebbe soltanto il gusto di coloro i quali lavorano all’Oxfam”, scrive il Times… e come dargli torto.

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