Milano / Malpensa
Dimissioni: "No, resto!"
- 18/12/2013 - 17:39
- Robecchetto
- Sport
Dimissioni si. Dimissioni no. Alla fine tutto rientrato, ma certo gli ultimi giorni non sono stati dei più semplici. Anzi. L’addio che non c’è, quasi a voler dare un titolo all’intera vicenda, e poi quelle due semplici parole “Si, rimango” che oggi hanno un significato doppio. Ivan Gaiera è ancora presidente dell’A.S. Ticinia Robecchetto, o almeno lo sarà fino al prossimo mese di giugno quando scadranno i 4 anni alla guida della società e sarà tempo di nuove elezioni. Ma che potesse lasciare prima, in fondo, ci si è andati davvero molto vicini. “Tutto è nato per alcuni problemi di gestione e scelte per quanto concerne la Prima squadra – commenta lo stesso Gaiera – L’armonia con il consiglio direttivo era venuta purtroppo meno, per alcune scelte e decisioni che si stavano prendendo all’interno in merito a possibili nuovi scenari principalmente di carattere tecnico”. Da qui, quindi, l’idea, sempre più concreta, di “farsi da parte”, tanto che alle parole erano seguiti i fatti (quegli scritti inviati per raccomandata al gruppo). “Il passo successivo – continua il presidente – sono stati due incontri, lunedì sera appunto col consiglio direttivo, quindi il giorno dopo c’è stato un secondo momento, stavolta con la squadra. Col capitano ed il vice ci siamo confrontati sulla situazione e loro mi hanno dimostrato un senso di affetto ed attaccamento che per me è stato un segnale importante e che mi ha fatto decidere per rimanere”. “Tutto è bene quel che finisce bene”, è proprio il caso di dire. “Comunque con la dirigenza ci siamo chiariti – conclude Gaiera – Sono state messe “nero su bianco” determinate condizioni per poter proseguire nel migliore dei modi i prossimo mesi. Nessun cambio tecnico e si va avanti nella stessa direzione e con il medesimo progetto legato ai giovani, ad un gruppo che abbiamo voluto fortemente all’inizio, ma che deve avere il tempo necessario di crescere e formarsi. E, inoltre, non ci saranno ritorni in società nè sul campo, alla fine “la goccia che aveva fatto traboccare il vaso”. Ho voluto, poi, che i ragazzi avessero modo di parlare direttamente con il consiglio: si è sempre lavorato insieme, le decisioni sono sempre state prese ascoltando i pareri di ciascuno ed è giusto che la squadra si rapporti con tutti”.
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