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giovedì 26 dicembre 2024 | ore 04:22

Gioco d'azzardo: "Interveniamo"

I numeri e i dati sono preoccupanti. Uniti per una Turbigo da Vivere, gruppo d'opposizione in consiglio, ha presentato una mozione perché si faccia qualcosa.
Turbigo - Una mozione contro il gioco d'azzardo (Foto internet)

I numeri sono impressionanti: 100 miliardi di fatturato, il 4% del Pil nazionale, la terza industria italiana e 8 miliardi di tasse. A cui si aggiunge il 12% della spesa delle nostre famiglie, il 15 del mercato europeo ed il 4,4 di quello mondiale. E, poi, 400 mila le slot machines, 6.181 i locali e le agenzie autorizzate e ben 15 milioni di giocatori abituali, 3 milioni a rischio patologico e circa 800 mila coloro che, purtroppo, patologici già lo sono (5-6 miliardi l’anno, infine, necessari per curarli). Il gioco d’azzardo: “Non possiamo continuare a tacere ed a sottovalutare il problema. Bisogna intervenire, senza perdere tempo”. Lo sa bene il gruppo d’opposizione in consiglio comunale a Turbigo “Uniti per una Turbigo da Vivere” che si è, subito, attivato con una nuova ed ulteriore mozione (dopo che già un’altra era stata presentata qualche tempo fa). “Non è più solamente una questione locale – dice il capogruppo Marco Cagelli – ma si tratta di un vero e proprio dramma territoriale, in particolare in un momento di grave crisi economica come quella attuale. Allora facciamo qualcosa insieme”. Azioni mirate e decise, insomma, il primo tassello, come specificato, appunto, sulla stessa mozione, è la richiesta alla giunta per sottoscrivere il “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo”, quindi di predisporre un regolamento che limiti tali attività, da sottoporre, successivamente, al consiglio comunale. Ma anche “Rivediamo il piano del Commercio – continua Cagelli – ed organizziamo una campagna di sensibilizzazione sull’argomento, informando la gente sulla pericolosità del fenomeno. Il gioco d’azzardo, infatti, è tra le principali cause di indebitamento, che portano a situazioni di pericolo e criticità, se non addirittura, come già, purtroppo, accaduto, a gesti estremi. Senza dimenticare il tempo che viene sottratto al lavoro ed alla vita affettiva e che produce sofferenza psicologica, per molti diventando una vera e propria malattia. E spesso, inoltre, è proprio intorno a questi luoghi che si organizza la microcriminalità dei furti, degli scippi e dell’usura, ma anche la criminalità organizzata”.

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