Milano / Malpensa
C'è lo 'stop' al Villaggio Eldorado
- 16/01/2013 - 17:50
- Magenta
I suoi ideatori lo definiscono “un sogno da almeno 16 milioni di euro”, ma è un sogno che, almeno per il momento, non è destinato a diventare realtà: stiamo parlando del Villaggio Eldorado, un complesso per disabili progettato due anni fa da trentatré mamme milanesi, da costruirsi tra Magenta e Corbetta e inserito nella Tavola Expo 2015. Il piano, sviluppato dal giugno 2010 e approvato dalla precedente giunta Del Gobbo, ha subito una brusca battuta d’arresto nei giorni scorsi, quando il Villaggio Eldorado, o Piano di Lottizzazione ‘Ambito 6’, è stato stoppato dall’Amministrazione Invernizzi. “Abbiamo valutato come reali le preoccupazioni espresse dai cittadini: il piano non garantiva certezze sulla capacità di rispondere concretamente ad un bisogno di strutture sociali in città e su cui continueremo a lavorare – spiega il sindaco – Per come è impostato il Piano, infatti, l’operatore ha possibilità di presentare subito le volumetrie residenziali private, ma per la realizzazione di Eldorado e le funzioni sociali connesse non si ravvisano gli stessi tempi rapidi”. Sei sono le osservazioni pervenute dalla cittadinanza, in parte accettate e condivise dall’Amministrazione Comunale, che si dice preoccupata per l’impatto urbanistico che la struttura avrebbe, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra destinazione residenziale e sociale: “13 edifici adibiti a residenze private, 222 posti auto, 39.586 mq superficie totale dell’ambito, a fronte di 954 mq di superficie totale destinati a funzioni sociali. La natura di servizio di interesse generale del Villaggio prevista nella lottizzazione è destinata a bilanciare l’intervento residenziale di forte impatto: ciò impone, quindi, la necessità di garantire un’effettiva realizzazione, che non pare sussistere attualmente”. Obiezioni senz’altro fondate, ma che rischiano di togliere speranze a tanti giovani con gravissime disabilità, fisiche e psichiche, che hanno bisogno di una casa per quando i loro genitori non potranno più assisterli in tutto e per tutto. Una speranza che, però la Fondazione ‘Durante Noi’, il comune di Milano e la Fondazione Don Gnocchi sostengono da sempre.
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