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Vicenda teleriscaldamento

Era nato come una grande scommessa e opportunità ma non è mai riuscito a decollare. E ciò nonostante i tre operatori che negli anni l'hanno gestito.
Ambiente - Teleriscaldamento (foto internet)

Era nato come una grande scommessa e opportunità ma non è mai riuscito a decollare. E ciò nonostante i tre operatori che negli anni l'hanno gestito. Il gruppo "Busto Garolfo Paese Amico" ci tiene a fare chiarezza sulla vicenda che ha caratterizzato il teleriscaldamento in paese. "Il teleriscaldamento - scrive la lista di maggioranza che appoggia il sindaco Giovanni Rigiroli - è attivo nel nostro comune da 32 anni ma non ha purtroppo mai raggiunto gli obiettivi auspicati da nessuno degli operatori, tra le cause di questi risultati negativi possiamo annoverare la conformazione urbanistica del paese, costituito per lo più da edifici con poche unità abitative, e la mancanza di utenze altamente energivore collegabili all'impianto". Nel novero delle motivazioni, BGPA inserisce però anche alcune carenze riscontrate nella condotta del soggetto affidatario. Una situazione che ha indotto il comune a "risolvere anticipatamente, vent'anni prima della scadenza, il contratto per inadempienza grave". Nell'evidenziare che il contratto disdetto era stato sottoscritto dall'amministrazione governata dall'ex sindaco Angelo Pirazzini, BGPA sottolinea come "gli uffici competenti hanno sempre monitorato e controllato il rispetto degli obblighi in capo alla società concessionaria contestando più volte le mancanze , diffidando ripetute volte la società ad adempiere e arrivando alla fine alla risoluzione del contratto a fronte di gravi e mai risolte inadempienze da parte del concessionario". Cause oggettive e cause soggettive, quindi, si fondono nel mancato decollo del teleriscaldamento in paese. E, al consigliere del centrodestra Marco Binaghi che ha definito "una scelta sconcetante" l'abbandono del teleriscaldamento, BGPA replica affermando che si tratta di accuse"assurde, incoerenti e diffamanti". La lista che appoggia Rigiroli stigmatizza poi l'atteggiamento delle minoranze che "sembrano tifare perché il comune subisca dei danni e tendono a raccontare parzialmente i fatti". E puntualizza che l'impianto di teleriscaldamento è rientrato in possesso del comune con tutte le sue pertinenze dopo la risoluzione contrattuale del 26 ottobre 2022 con la società Smeam. Che, però, nel 2024, citò in giudizio il comune "contestando la risoluzione e chiedendo allo stesso il riconoscimento dei danni economici quantificati in circa un milione di Euro". Il comune , precisa BGPA, "si costituirà in giudizio e nel difendere la legittimità della risoluzione, sulla quale riteniamo non vi siano dubbi considerate le gravi inadempienze, chiederà a sua volta di accertare l'inadempimento della società e ne chiederà la condanna al risarcimento dei danni subiti e subendi". La nota prosegue indicando come l'intento sia stato di "supportar progeti e o tecnologie che, a oggi, sulla base delle relazioni dei tecnici competenti, garantiscono maggiore sostenibilità economica e ambientale, procedendo quindi gradualmente alla dismissione dell'attuale rete di teleriscaldamento". Il comune ha al riguardo sul tavolo due proposte finora pervenute per riqualificare e gestire il teleriscaldamento , proposte pervenute da un solo soggetto privato. Ma l'orientamento della giunta resta di voltare pagina rispetto al teleriscaldamento. "Il comune si chiede a chi giovi mantenere il teleriscaldamento - si legge ancora- a tutti i cittadini di Busto Garolfo no di certo, forse a una sparuta minoranza che non fa certo l'interesse della collettività e che avalla una proposta per nulla sostenibile". Durante l'ultimo consiglio comunale, la minoranza ha riproposto la questione sottoponendo all'attenzione dell'assise una commissione per lo studio della sostenibilità del teleriscaldamento in paese. La proposta è stata però ritenuta inaccettabile dalla maggioranza perché, rimarca BGPA, "lo stesso risultato si può ottenere con la commissione permanente neocostituita "Ambiente e area assetto del territorio". BGPA conferma comunque la sua contrarietà al teleriscaldamento perché l'insostenibilità p dimostrata nei fatti dalla ormai trentennale esperienza negativa e ulteriormente provata dall'agire del più importante , in termini di consumi, tra gli utenti collegati al teleriscaldamento, ovvero Lombardia Nuoto, gestore della piscina comunale". Il teleriscaldamento, secondo la lista, è quindi "economicamente ed ecologicamente insostenibile". Senza contare, aggiunge, che "gli ingenti costi economici per la riqualificazione e quelli da sostenere per le tariffe dell'energia prodotta dal teleriscaldamento ricadrebbero pesantemente sulle casse comunali e quindi sulle tasche di tutti i nostri cittadini, compresi gli attuali utenti del servizio di teleriscaldamento". BGPA conclude proponendo, a chi ancora è allacciato al teleriscaldamento, di "verificare, con un piano economico e finanziario accurato, quanto queste utenze avrebbero speso per ulteriori vent'anni di contratto a costi del calore esorbitanti rispetto ai costi e benefici che avrebbero dall'installazione di una nuova centrale e dai costi del calore da questa prodotto". Una valutazione che il comune afferma di avere già fatto ritenendola antieconomica.

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