Milano / Malpensa
"Anteposte vicende personali al bene comune"
- 23/04/2024 - 10:39
- Politica
- Robecchetto
Tutt'altro che un argomento chiuso. E, in fondo, altrimenti non avrebbe potuto essere, perchè lo scioglimento del consiglio comunale di Robecchetto e Malvaglio e l'arrivo del commissario, era fin da subito chiaro che avrebbe continuato e per diverso tempo a far discutere. "Botta e risposta", insomma, che si sono susseguiti e che si stanno susseguendo ormai da settimane e stavolta, allora, ecco che ha prendere nuovamente la parola sono l'ormai ex sindaco Giorgio Braga e il gruppo 'Civitas'. "Nonostante le evidenti difficoltà nel giustificare una scelta inopportuna per il paese e dalle conseguenze negative per la nostra comunità, i quattro consiglieri dimissionari di maggioranza continuano a suggerire velate ipotesi, non dicendo chiaramente quali erano secondo loro le difficoltà fuori controllo della giunta ma, andando avanti imperterriti, loro sì, ad attaccare personalmente gli ex colleghi di maggioranza. Può mai essere scritto che le loro difficoltà di carattere amministrativo o politico dovevano essere intuite dai loro atteggiamenti di insofferenza? Non erano in grado di parlarne esplicitando chiaramente quali atti deliberati non condividevano o forse sarebbe semplicemente valsa la pena di un po’ di serietà? Vorremmo ricordare loro che la politica è innanzitutto confronto, a volte anche duro, sui programmi e onestà nell'attuarli, è quindi giunto da parte nostra il momento di essere il più espliciti ed onesti possibile - scrivono - Ad esempio l'ex vicesindaco Mollica, che ha svolto questo incarico per quasi otto anni e non ha mai manifestato malcontento per vessazioni di qualsiasi genere, cominciando, invece, a dare segni di insofferenza quando ha anteposto la sua vita privata all’attività politica; ancora, l'ex assesore Langé, che ha portato avanti le attività demandatole in proficua collaborazione coi colleghi fino a che anche lei non ha anteposto la sua vita privata all'attività politica. Da quel momento, infatti, ha più volte messo in difficoltà i colleghi ed ha addirittura accusato l'ex sindaco di essere bugiardo, motivo per il quale le sono state ritirate le deleghe il 27 marzo. All'ex assessore Langè è stata data l’opportunità di spiegare, contestare o financo accusare i colleghi riunendosi il 3 aprile, come dimostra la chat whatsapp di Civitas, la stessa ha confermato la propria presenza alla riunione indetta salvo poi dimettersi il giorno prima. Quindi, l'assessore Chiodini, che ha svolto la sua attività politica vedendo approvate tutte le proposte da lei presentate in giunta, è stata sostenuta fattivamente da tutti colleghi in un momento di difficoltà personale palesatosi all'interno dell'apparato amministrativo comunale. Alla stessa, che effettivamente può aver avuto scontri di carattere personale con altri esponenti, anche se sempre chiariti e soprattutto mai politici, giova ricordare che è stata scelta personalmente dai colleghi che ora accusa e che del resto conosceva bene; e, infine, la consigliera De Dionigi, che ha portato avanti il suo lavoro di consigliere incaricato alla biblioteca ed alla cultura in piena libertà, sempre sostenuta dal sindaco, mai ci sono state ingerenze da parte di altri componenti della Giunta o del gruppo di Civitas nella sua attività e le sue scelte sono state sempre condivise e sostenute da tutti.
Il sunto è semplice: non saper gestire la propria vita privata e mettere i propri problemi davanti a quelli della comunità che si amministra e portarli all’interno di una situazione politica dove tutto ha sempre funzionato è stato e sarà sempre sconsiderato. Quando il 25 marzo Langé e Mollica hanno annunciato la volontà di dimettersi, semplicemente a seguito di una richiesta di chiarimenti fatta dal sindaco alla medesima, Chiodini e De Dionigi hanno partecipato all’incontro serale del gruppo Civitas dichiarando di voler proseguire nei loro incarichi e portare a compimento il lavoro iniziato. Il tutto si è poi concluso come tutti sapete, con un voltafaccia inaspettato dei quattro. Mancanza di responsabilità e nessuna consapevolezza del ruolo svolto hanno caratterizzato il comportamento dei dimissionari. Quattro consiglieri architettando una congiura di palazzo hanno scelto di far cadere l’Amministrazione comunale, evidenziando così una mera sete di vendetta personale e preferendo la propria piccola soddisfazione all'interesse dei cittadini. Sicuramente delle “persone perbene” si sarebbero comportate in diverso modo e sarebbero state più trasparenti e corrette".
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