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I cinque Navigli lombardi

Il Sistema dei Navigli lombardi si innesta su un contesto geografico già ricco di corsi d’acqua come il Lambro, l’Adda, il Ticino.
Territorio - Naviglio

Il Sistema dei Navigli lombardi si innesta su un contesto geografico già ricco di corsi d’acqua come il Lambro, l’Adda, il Ticino. Ha assunto nel corso dei secoli funzioni diverse in relazione al progressivo sviluppo urbano, agricolo, commerciale e industriale della città di Milano. È costituito da 5 Navigli: Grande, Pavese, Bereguardo, Martesana e Paderno.

Il Naviglio Grande nasce dal Ticino in località Tornavento, in Provincia di Varese, e finisce nella Darsena di Porta Ticinese a Milano, con una estensione complessiva di 50 km. Nel 1179 si diede inizio allo scavo del Ticinello, la prima versione del Naviglio Grande scavato dai Milanesi tra Abbiategrasso e Landriano per difendersi dalle incursioni dei Pavesi. L’ampliamento del Ticinello e il suo collegamento con Milano porta alla realizzazione del Naviglio Grande che già nel 1211 arriva a Sant’Eustorgio, nei pressi dell’attuale Porta Ticinese, abbastanza vicino alla collocazione dell’attuale darsena che fu costruita a partire dal 1603. Fino alla metà del XIII secolo prevalse la funzione irrigua del canale, poi furono avviati lavori di ampliamento e abbassamento del fondo per volontà del Podestà di Milano che resero il canale navigabile. A partire dal 1388 il canale venne usato anche per il trasporto dei blocchi di marmo dalle cave di Candoglia per la costruzione del Duomo. A partire dalla fine del ‘600 si può parlare di un vero servizio di trasporto pubblico sul Naviglio Grande, con propri orari e tariffe. La funzione trasportistica del Naviglio Grande si è esaurita nella seconda metà del ‘900, ma il canale è tuttora percorso da tre linee di navigazione sperimentale gestite dalla società regionale Navigli Lombardi s.c.a.r.l.

Il Naviglio Pavese ha origine dalla Darsena di Porta Ticinese e dopo un percorso di 33 km finisce nel Ticino a valle di Pavia. La sua costruzione, come quella del Naviglio di Bereguardo, rispondeva all’esigenza, avvertita fin dai tempi della dominazione viscontea, di creare un collegamento tra i laghi e il bacino del Po, ma soprattutto tra la città di Milano e il mare, al fine di controllare i ricchi traffici che avvenivano su questa direttrice. E’ possibile che una prima traccia del Naviglio Pavese sia stata realizzata già nel 1359 per volontà di Galeazzo II Visconti, ma molto probabilmente questa prima versione (il c.d. Navigliaccio) aveva solo la funzione di fornire acqua al grande parco che andava dal Castello di Pavia alla futura Certosa. A causa di non poche difficoltà tecniche ed economiche il progetto venne più volte ripreso e abbandonato nel corso dei secoli, di fatto il collegamento tra Milano e Pavia fu assicurato dal Naviglio di Bereguardo. Solo in epoca napoleonica i lavori furono ripresi a pieno regime e il Naviglio Pavese venne completato nel 1819. Il forte dislivello tra l’origine e lo sbocco nel Ticino, pari a 56,6 m, è superato grazie a 12 conche di navigazione, di cui 2 doppie, di forte interesse idraulico. Il canale attualmente è classificato come irriguo, ma è attraversato da un breve tratto di navigazione sperimentale dalla Darsena di Porta Ticinese alla Conchetta.

Il Naviglio di Bereguardo nasce dal Naviglio Grande presso Castelletto di Abbiategrasso e termina confluendo nella roggia Tolentina in Bereguardo. Ha una lunghezza complessiva di 19 km e un dislivello pari a 24 m, superato grazie a 12 conche di navigazione. La sua costruzione cominciò nel 1420, probabilmente all’inizio solo per scopi irrigui, ma già pochi anni dopo, nel 1438, cominciarono i lavori per renderlo navigabile in modo da assicurare un collegamento stabile tra Milano e Pavia. Le merci che dal Po, attraverso il Ticino, erano destinate a Milano venivano trasbordate via terra su questo canale e arrivavano alla Darsena di Porta Ticinese passando per il Naviglio Grande. La decadenza del Naviglio di Bereguardo cominciò subito dopo il completamento del Naviglio Pavese che consentiva una comunicazione diretta tra Milano e il Ticino, a breve distanza dalla confluenza nel fiume Po; da allora il canale ha svolto una funzione puramente irrigua.

Il Naviglio Martesana nasce dalla sponda destra del fiume Adda, in località Concesa (Trezzo d’Adda) e scorre all’aperto per circa 38 km fino a Milano, dove viene interrato a Cassina de Pomm’. Originariamente il Naviglio seguiva il tracciato dell’attuale via Melchiorre Gioia fino alla chiusa di San Marco dove si congiungeva alla cerchia interna e quindi agli altri Navigli, consentendo la chiusura dell’intero sistema, dall’Adda al Ticino. La costruzione del Martesana è stata iniziata nel 1462 per volontà di Filippo Maria Visconti che aveva accolto la richiesta di un gruppo di cittadini per la realizzazione di un canale irriguo che alimentasse anche i mulini. Per moltissimo tempo, in realtà, rimase aperto il conflitto tra la città di Milano, interessata ai traffici e quindi ad un canale navigabile, e la campagna, che invece voleva che venisse riconosciuta come funzione prioritaria quella della irrigazione. Di fatto il Martesana rimase un canale navigabile fino alla metà del ‘900, quando fu riclassificato come canale irriguo. Attualmente però è attivo un servizio di navigazione sperimentale da Concesa di Trezzo a Vaprio d’Adda.

Il Naviglio di Paderno è derivato dall’Adda tramite una traversa in granito che attraversa in obliquo l’alveo e scorre per 2,6 km parallelo al fiume. Lo scopo del canale, infatti, era superare una parte dell’Adda non navigabile, per evitare di dover trasportare via terra per alcuni km le merci che scendevano dal lago di Como lungo il fiume. I lavori furono avviati nel 1520, ma più volte interrotti a causa delle vicende storiche del Ducato di Milano. Furono conclusi solo nel 1777 sotto la dominazione austriaca. Il canale è ancora classificato come navigabile, ma di fatto non è più utilizzato in tal senso dal 1930. Mantiene, tuttavia, un forte interesse storico – artistico per le sue conche. Il dislivello complessivo, infatti, superiore ai 30 m, viene superato grazie a 7 conche di ispirazione leonardesca.

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