Milano / Malpensa
Ripiantati gli abeti di Natale
- 29/02/2024 - 11:06
- Energia & Ambiente
- Milano
Sono stati ripiantati in un’area verde di Milano gli abeti che dopo le festività natalizie i clienti del mercato agricolo di Porta Romana hanno riconsegnato a Campagna Amica per non farli morire. Lo annuncia la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza in occasione della consegna degli alberi all’associazione Comitato Quartieri Case Popolari Calvairate-Molise-Ponti.
Una decina di abeti che erano stati venduti prima delle feste di fine anno al farmers’ market di via Friuli 10/a e che successivamente erano stati riconsegnati a Campagna Amica, sono stati portati adesso al civico 1 di via degli Etruschi nel capoluogo lombardo, dove ha sede il Comitato Quartieri e dove sono stati messi a dimora nel giardino delle case popolari.
Gli alberi – precisa la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza - sono stati consegnati a Grazia Casagrande del Comitato da Marcello Doniselli, vice presidente della Coldiretti interprovinciale e titolare dei vivai Progetto Verde di Baranzate (MI). “Ringraziamo i consumatori del mercato di Porta Romana per la sensibilità che hanno dimostrato riportando al mercato gli abeti – dichiara Doniselli – e ringraziamo l’Associazione di Calvairate-Molise-Ponti per la disponibilità a piantumare gli alberi nel loro bel giardino interno. E’ la conferma della sostenibilità della scelta di puntare su abeti naturali e non di plastica per le feste”.
Gli alberi ad uso natalizio – conferma infatti la Coldiretti - vengono coltivati come una qualsiasi altra pianta ornamentale, sono commercializzati al 4°-5° anno di coltivazione, con taglie tra i 1,20-1,80 metri e provengono da vivai autorizzati dalle regioni con apposita iscrizione. Le regioni attuano controlli annuali per verificare l’idoneità delle pratiche agronomiche e formali che l’azienda è tenuta a rispettare.
L’albero finto invece – conclude Coldiretti - è anche inquinante poiché impiega oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente. Un abete artificiale di circa 1,90 metri ha un’impronta di carbonio equivalente a circa 40 chili di emissioni di gas serra, che è più di 10 volte quella di un albero vero. A determinarla è la sua fabbricazione, a partire dal petrolio alla quale si aggiungono le emissioni industriali derivanti dalla produzione dell’albero e la spedizione per lunghe distanze prima di arrivare al negozio, se si tiene conto che la maggioranza ha origine in Cina a circa novemila chilometri di distanza dall’Italia, senza dimenticare che contribuisce alla diffusione delle microplastiche nel suolo, nelle acque e nella catena alimentare.
Siamo al lavoro per offrire a tutti un’informazione precisa e puntuale attraverso il nostro giornale Logos, da sempre gratuito.
La gratuità del servizio è possibile grazie agli investitori pubblicitari che si affidano alla nostra testata.
Se vuoi comunque lasciare un tuo prezioso contributo scrivi ad amministrazione [at] comunicarefuturo [dot] com
Grazie!
Invia nuovo commento