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giovedì 21 novembre 2024 | ore 21:57

Davide: 330 km sulle montagne

Davide Bonomelli, casatese trapiantato a Mesero, è la sua esperienza al 'Tor des Géants'. Ha concluso il percorso di 330 chilometri sulle montagne.
Casate - Davide Bonomelli

Il viaggio, per antonomasia, è l’Odissea: dieci anni di avventure, con Itaca come unica meta. E, come ricorda il poeta, “Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso / già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare” (K. Kavafis). Esistono dei viaggi insomma che, già solo col concluderli, sanno dare moltissimo alla vita. Uno di questi è il Tor des Geants, di cui vi abbiamo parlato già due settimane fa. Oggi però vi raccontiamo di chi è riuscito a diventare un ‘gigante’, concludendo il percorso di 330 km sulle montagne Valdostane. È Davide Bonomelli, casatese trapiantato a Mesero, che correndo insieme all’amica Ilaria Magistri è riuscito a concludere il percorso sotto le 150 ore di gara. “Un’avventura incredibile”, ci ha detto Bonomelli. “La nostra gara è iniziata alla grande: al 150esimo kilometro avevamo un ritmo che ci avrebbe permesso di concludere in circa 100 ore. A quel punto però Ilaria ha avuto un infortunio con un ‘Compeed’ che l’ha costretta a rallentare e addirittura ad indossare una scarpa di tre numeri più grande per non avere dolore al piede in discesa. Ho deciso allora di lasciar perdere il risultato finale e combattere con lei per arrivare alla fine del percorso: ho pensato che sarebbe stata una sfida molto più avvincente. Non senza difficoltà siamo riusciti a finire, concludendo la mattina dell’ultimo giorno alle 10”. Un percorso che richiede molto sacrificio: “Abbiamo dormito circa cinque ore in cinque giorni, con dei ‘microsonni’. Dormire meno di quaranta minuti permette di riposarsi senza ‘resettare’ il corpo. In questo modo si può avere un ritmo di corsa più leggero, soprattutto in discesa, minimizzando così il rischio di infortuni. Per il cibo invece tutti noi atleti dobbiamo ringraziare i volontari, che hanno costruito bivacchi persino a 3000 m di quota, e ci hanno permesso di ristorarci”. “Anch’io finalmente, dopo tanti anni, posso definirmi un ‘gigante’ [il titolo assegnato a chi conclude la corsa, ndr]: un sogno che si avvera”, ha concluso Bonomelli. “L’anno prossimo ci riproverò sicuramente e, infortuni permettendo, tenterò di raggiungere un buon risultato, magari vicino al limite delle 100 ore”.

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