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Caritas: crescono le famiglie bisognose

Il Rapporto sulle povertà nella Diocesi di Milano, preparato come ogni anno dalla Caritas Ambrosiana, ha analizzato i dati relativi al 2021.
Attualità - Famiglia

Il Rapporto sulle povertà nella Diocesi di Milano, preparato come ogni anno dalla Caritas Ambrosiana, ha analizzato i dati relativi al 2021. Nel 2021 lo stato di impoverimento generale causato dalla pandemia, invece di rientrare, si è consolidato. Il calo di disoccupati si è accompagnato a una diminuzione delle richieste di lavoro da parte dei cittadini, che si arrangiano come possono; ma l’aumento di persone occupate è andato di pari passo con l’aumento di richieste di sussidi economici, perché quel che entra in tasca non basta nemmeno ad arrivare a metà mese. Tante famiglie hanno dovuto chiedere aiuto alla chiesa, in particolare sotto forma di sostegno economico, un’integrazione del reddito che non basta a pagare nemmeno le spese indispensabili per il cibo, la scuola dei figli e le bollette. Un problema che riguarda gli stranieri, ma sempre di più anche gli italiani, cittadini in età lavorativa che non trovano un’occupazione oppure si barcamenano fra lavoretti precari che non garantiscono un salario sufficiente a mantenere la famiglia. E’ questa la sintesi del Rapporto sulle povertà nella Diocesi di Milano, preparato come ogni anno dalla Caritas Ambrosiana, che ha analizzato i dati 2021 raccolti dall’Osservatorio delle povertà che si basa su informazioni provenienti da un campione di circa un terzo (125) dei quasi 400 Centri d’ascolto operanti in diocesi, con l’aggiunta di quanto emerso da tre servizi - Sam, Siloe e Sai - attivi a Milano. Il totale delle persone incontrate è aumentato dell’11,6% rispetto al 2020 e del 5,2% rispetto al 2019: è il più alto dato registrato dal 2014. Sempre più italiani: La persistente impossibilità, per molte persone e famiglie, di uscire dalla condizione che li ha portati all’impoverimento, si è aggravata a causa della pandemia. Tra coloro che nel 2020 si erano presentati per la prima volta ai Cda, il 41% hanno continuato a chiedere aiuto nel 2021 e il 15% nel 2022. Tra gli utenti quasi il 57% dell’utenza è composto da immigrati, dato vicino a quello del 2020, ma in calo rispetto al 2019 (62,7%). Si conferma insomma la tendenza all’aumento dell’incidenza degli italiani (dal 37% del 2019 al 43% del 2021). In valori assoluti, rispetto al 2019, la componente straniera è diminuita del 4,6%, quella italiana è aumentata del 21,8%: la povertà è sempre meno determinata dal solo fattore migratorio. La richiesta di cibo e soldi: Gli Empori di Caritas Ambrosiana hanno registrato un’impennata di richieste di aiuto e di accessi di beneficiari: hanno servito oltre 19 mila persone (+64% rispetto al 2020) appartenenti a 5.712 nuclei famigliari (+83%). E nei primi sei mesi 2022, rispetto ad analogo periodo 2021, si è assistito a un ulteriore incremento (+4,39% gli assistiti, +9% le famiglie). Le richieste di beni materiali - spesa alimentari, prodotti per i bambini, vestiti - ormai superano la metà del totale delle domande (52%, mentre erano il 49,6% nel 2020 e il 46,2% nel 2019). La domanda si è confermata su livelli elevati nel 2021. Il lavoro povero: Le richieste di lavoro, la cui incidenza era già in calo nel 2020, sono invece ulteriormente diminuite (-1,4% sul 2020 e -5,5% sul 2019). Il 2021 è stato l’anno del consolidamento del “lavoro povero”. Da diversi anni è in costante aumento il numero di persone occupate che chiedono aiuto a Caritas: si tratta di impieghi di lavoro atipico, irregolare, sottopagato, da professioni low skill. I disoccupati rivoltisi ai Cda sono passati dal 62,5% del 2016 al 54,8% del 2021; la loro incidenza nel campione Caritas è diminuita del 7,7%; nello stesso periodo, le persone occupate sono aumentate del 59% e la loro incidenza sul campione è passata dal 14,5% del 2016 al 22,9% del 2021. I bisogni: Dal 2019, l’anno prima della pandemia, i problemi economici superarono quelli lavorativi. I bisogni di reddito nel 2021 sono rimasti sui valori del 2020, anno dell’impennata causa lockdown, sia tra gli italiani che tra gli immigrati. Anche gli altri bisogni sono rimasti stabili, tranne quelli lavorativi, significativamente diminuiti, essendo passati dal 44,1% del 2020 al 37,8% del 2021: la ripresa lavorativa è in atto, ma insufficiente a riassorbire l’impoverimento generale. La ripresa della vita, dopo il Covid, ha creato opportunità di lavoro, ma si tratta di impieghi in cui si guadagnano cifre da terzo mondo. Nel 2021 i centri Caritas hanno registrato 48.912 richieste di aiuto dai quasi 14 mila utenti: +20,6% rispetto al 2020, incremento maggiore di quello dell’utenza. Significa che permane la multiproblematicità dei soggetti presi in carico. Mediamente, ciascuna persona incontrata ha espresso 3,5 richieste. Molti chiedono ancora aiuto per pagare bollette e tasse, più di quanto facevano nel 2019, però, la frequenza con cui sono state formulate queste richieste (e dunque il numero assoluto di casi) è stata in aumento, rispetto sia al 2020 (+24%) che al 2019 (+22%). L’analisi: “Il 2021 è stato un anno di chiaroscuri - ha commentato, a conclusione della presentazione del Rapporto, il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti - . La ripresa economica si è manifestata evidente, ma anche nel territorio ambrosiano non è stata in grado di favorire il riassorbimento delle povertà innescate dalla pandemia. Le quali, a loro volta, si erano stratificate su un’area di povertà assoluta già ai massimi storici. Ciò dovrebbe indurre tutti a riflettere sui nessi tra progresso economico e coesione sociale: se il primo non è propulsore della seconda, se l’incremento della produzione e dell’occupazione non si traducono in una garanzia effettiva e universale dei diritti sociali, abbiamo un problema. Che si affronta con strumenti come il Reddito di cittadinanza, da rettificare e migliorare, non da depotenziare”. Ma è evidente che urgono scelte politiche di sistema, a monte del pur doveroso intervento assistenziale, che si dispiega a valle. “Altrimenti - ha concluso Gualzetti - , complici l’impennata dell’inflazione e dei costi delle bollette, ci troveremo a dover fronteggiare nuove emergenze e pericolosi rischi di indebitamento di individui e famiglie. La povertà energetica, di cui abbiamo segnali preoccupanti e destinata ad acuirsi nei prossimi mesi, noi la affrontiamo con l’accompagnamento educativo e al consumo delle persone aiutate, con una formazione specifica dei nostri operatori, con la volontà di raccogliere fondi (tramite la campagna “Bolletta sospesa”, che sarà presentata in occasione della Giornata diocesana Caritas del 6 novembre) da destinare anche ad azioni di efficientamento energetico degli ambienti di vita di chi si trova in difficoltà”.

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