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venerdì 27 settembre 2024 | ore 17:28

Po in secca come d'estate

Il fiume Po è in secca come d’estate ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 18% di quello di Como al 22% del Maggiore.
Territorio - Fiume Po (Foto internet)

Il fiume Po è in secca come d’estate ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 18% di quello di Como al 22% del Maggiore. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Lombardia dal quale si evidenzia che il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è sceso a -3 metri, più basso che a Ferragosto ed è rappresentativo della situazione di sofferenza in cui versano tutti i principali corsi d’acqua al Nord.

Sono gli effetti – sottolinea la Coldiretti Lombardia – dell’assenza di precipitazioni invernali significative che perdura ormai da settimane e che fa aumentare la preoccupazione per il totale delle riserve idriche stoccate nei grandi laghi, negli invasi artificiali e sottoforma di neve che in Lombardia è inferiore del 51% rispetto alla media del periodo 2006-2020 come emerge da un’analisi della Coldiretti regionale sull’ultimo bollettino ARPA Lombardia.

Una situazione che mette a rischio le coltivazioni che – sottolinea la Coldiretti – avranno bisogno di acqua per crescere al risveglio vegetativo favorito da un inverno mite. La siccità – rileva la Coldiretti – è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. I cambiamenti climatici hanno modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni anche se l’Italia – sottolinea la Coldiretti – resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11% viene trattenuto.

Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile nel PNRR – insiste la Coldiretti nazionale – Un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto – conclude la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

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