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domenica 22 dicembre 2024 | ore 02:24

"La gente è stanca..."

Il duro intervento dell'Arcivescovo Delpini: "L’umanità è stanca e chi come noi e chi ha responsabilità per il bene comune deve sentire il compito di procurare sollievo”.
Milano - Delpini e il Discorso alla Città 2024

“Una sorta di spossatezza, come di chi non ce la fa più e deve continuare ad andare avanti. Ecco: la stanchezza mi sembra un punto di vista per interpretare la situazione. L’umanità è stanca e chi come noi, radunati per questo appuntamento in occasione della festa di sant’Ambrogio, ha responsabilità per il bene comune deve sentire il compito di procurare sollievo”. Con queste parole mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ha iniziato questa sera il “Discorso alla città”, tradizionale appuntamento alla vigilia della patronale di Sant’Ambrogio nella omonima e antica basilica del capoluogo lombardo. Chiesa piena in ogni ordine di posto, presenti le autorità civili di Milano e della Lombardia, le realtà ecclesiali e le aggregazioni laicali; numerosissimi i sindaci delle città della diocesi. “Lasciate riposare la terra – Il Giubileo 2025, tempo propizio per una società amica del futuro”: questi titolo e sottotitolo del discorso tenuto durante i vespri per la solennità patronale. Il Discorso alla città è stato trasmesso in diretta televisiva su RaiTre, a cura della Tgr Lombardia, con commenti e approfondimenti giornalistici; in forma integrale, senza commenti, su Telenova (canale 18 del digitale terrestre), e su Radio Marconi. I vespri sono stati inoltre trasmessi in diretta streaming sul portale www.chiesadimilano.it e sul canale YouTube della diocesi.
Mons. Delpini ha affermato: “In nome di Dio io chiedo a tutti noi di esplorare vie per dare sollievo. In nome di Dio, lasciate riposare la terra! Abbiate compassione di voi stessi, dei vostri contemporanei, dei vostri figli e trovate il modo di far riposare la terra”. Quindi si è chiesto: di che cosa è stanca la gente? “La gente non è stanca della vita, perché la vita è un dono di Dio che continua a essere motivo di stupore e di gratitudine. La gente è stanca di una vita senza senso, che è interpretata come un ineluttabile andare verso la morte. È stanca di una vita appiattita sulla terra, tra le cose ridotte a oggetti, nei rapporti ridotti a esperimenti precari. È stanca perché è stata derubata dell’‘oltre’ che dà senso al presente, sostanza al desiderio, significato al futuro”.
Ha quindi sottolineato, precisando poi ogni passaggio, che “la stanchezza della gente non è per la fatica del lavoro, perché la gente lavora con passione e serietà. […] La gente è stanca di un lavoro che non basta per vivere, che impone orari e spostamenti esasperanti. La gente è stanca degli incidenti sul lavoro…”. Ancora: “La gente non è stanca della vita di famiglia, perché la famiglia è il primo valore, e il bene più necessario per la società. […] La gente è stanca della frenesia che si impone alla vita delle famiglie con l’accumularsi di impegni e delle prestazioni necessarie per costruire la propria immagine, per non far mancare niente ai figli, per non trascurare gli anziani”.
“La gente non è stanca dell’amministrazione, dei servizi pubblici, delle forze dell’ordine, della politica, perché è convinta che la vita comune abbia bisogno di essere regolata, vigilata, organizzata. La gente è stanca, invece, di una politica che si presenta come una successione irritante di battibecchi, di una gestione miope della cosa pubblica. La gente è stanca di servizi pubblici che costringono a ricorrere al privato, di un’amministrazione che non sa valorizzare le risorse della società civile, le iniziative della comunità”. “La gente non è stanca della comunicazione, perché la comunicazione è il servizio necessario per avere un’idea del mondo. Invece la gente è stanca di quella comunicazione che raccoglie la spazzatura della vita e l’esibisce come se fosse la vita, stanca della cronaca che ingigantisce il male e ignora il bene”. L’arcivescovo si è poi soffermato sulla necessità di rispettare il Creato dopo essersi chiesto di cosa sia stanca la terra, denunciando inquinamento e sfruttamento della natura.

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