Milano / Malpensa
Una storia iniziata a Betlemme
- 20/12/2008 - 12:34
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Tutti abbiamo una data di nascita, un “dies natalis”, ma quando si parla semplicemente di ‘Natale’ ci si riferisce a una data che ha determinato un cambio di ritmo nella vita del pensiero, delle speranze, delle libertà degli uomini e perfino un cambio del computo del tempo, diviso ormai in “ante Christum natum” e “post Christum natum”: avanti la nascita di Cristo” e “dopo la nascita di Cristo”. E’ questa nascita a cui si deve guardare. E per comprenderla occorre che cancelliamo tutto quello che vi si è costruito attorno. Luca e Matteo che l’hanno narrata non avevano intorno niente di quello che oggi modifica in modo evidente l’aspetto delle nostre città e dei nostri paesi: luci, vetrine, manifestazioni, acquisti… Avevano nella mente e nel cuore qualcosa di straordinario da comunicare, accaduto, però, al termine della storia iniziata a Betlemme. Una nascita che poteva apparire del tutto insignificante nel suo dimesso accadere, è stata annunciata, riproposta, ripensata perché ‘quel nato’, destinato come tutti i nati a morire, aveva sconfitto, per la prima volta, proprio la morte, aprendo ad ogni uomo l’accesso alla vita immortale, la partecipazione alla pienezza di vita di Dio e garantendo così che le promesse Dio le mantiene e che vale la pena di fidarsi di Lui e della sua parola. Dall’esito finale di quella vita iniziata a Betlemme Luca e Matteo partivano per comprendere lo straordinario di una nascita che aveva tutti i colori della più povera ordinarietà. I due evangelisti avevano davanti l’inimmaginabile passione di Dio per noi poveri uomini che l’aveva spinto a farsi uno di noi. Dio si rivestiva della nostra condizione umana per trascinarci nella sua condizione divina. Questo è il Natale dei Vangeli! Le aspirazioni più profonde del nostro essere vengono toccate dall’annuncio della nascita di uno che è risorto. Siamo immersi nel paradosso insensato del nascere … per morire. Cerchiamo verità e giungiamo a dire che l’unica verità è la sua inafferrabilità. Ci protendiamo verso una fraternità che finisce in guerre. Auspichiamo una giustizia che sta sempre al di là dell’orizzonte: irraggiungibile! Come strapparci da queste contraddizioni che hanno reso e rendono tanto drammatico il nostro tragitto su questa terra? C’è qualcuno che possa darci una mano? Una sola via è stata finora aperta verso la vita, la verità, la fraternità e la giustizia piene: è il bambino nato a Betlemme. Chi lo segue e si conforma a Lui raggiunge le rive della Vita, della Verità, della Fraternità e della Giustizia. (di Don Franco Roggiani)
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