Milano / Malpensa
Centro antiviolenza: immobile gratis a Cerro
Da immobile in mano alla ‘ndrangheta a centro antiviolenza per le donne: con la delibera di giunta che concede in uso gratuito l’immobile nella zona nord di Legnano al Comune di Cerro Maggiore si compie un passo fondamentale per riguadagnare il bene sequestrato alla criminalità organizzata all’uso della collettività. Era questo, infatti, il passaggio atteso per creare le condizioni per attivare nella villa le due funzioni progettate: il centro antiviolenza (oggi attivo nella Tecnocity di via XX Settembre presso gli uffici dei Servizi sociali e gestito da Auser Filorosa) e la casa verso la semiautonomia (in cui le donne vittime di violenza potranno consolidare il percorso di autonomia e il reinserimento sociale e lavorativo). "Dopo quasi cinque anni dalla scelta compiuta dalla giunta Centinaio di mettere a disposizione questo bene della Rete antiviolenza perfezioniamo un percorso che riveste un grande valore simbolico e concreto - dichiara Ilaria Maffei, assessora alle Pari opportunità - Legnano si è impegnata in questi anni con la rete antiviolenza per la ristrutturazione dell’immobile e adesso lo mette a disposizione del Comune capofila della rete per avviarne l’operatività. Nella stessa delibera dichiariamo anche l’intenzione di candidarci a ente capofila della rete antiviolenza Ticino Olona, ruolo da cui Cerro cesserà alla fine dell’anno. È la dimostrazione della nostra volontà di essere in prima fila per le iniziative di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne". Da ricordare che l’Amministrazione Radice, alla fine del 2020, in una logica di cooperazione fra Comuni, aveva deliberato gli ultimi interventi di riqualificazione funzionale dell’immobile a seguito di richieste di adeguamento avanzate dal Comune di Cerro Maggiore; interventi conclusisi nel mese di marzo. Con la disponibilità dell’immobile per uno scopo di utilità pubblica si viene così incontro alle richieste che l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata e l’associazione Libera contro le mafie avanzano ai Comuni.
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