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domenica 24 novembre 2024 | ore 03:01

"No chiusura, si spegnimento"

No alla chiusura dell'azienda, si allo spegnimento degli inceneritori. Roberto Colombo, sindaco di Canegrate, sulla questione del futuro del consorzio Accam e dei suoi impianti di smaltimento rifiuti ha le idee ben piantate in testa.
Territorio - Accam (Foto internet)

No alla chiusura dell'azienda, si allo spegnimento degli inceneritori. Roberto Colombo, sindaco di Canegrate, sulla questione del futuro del consorzio Accam e dei suoi impianti di smaltimento rifiuti ha le idee ben piantate in testa. E, con la consueta schiettezza, la esprime con dovizia di particolari. "Il problema è certamente complesso da risolvere - esordisce - da quando sono sindaco io e la mia maggioranza ci siamo espressi affinchè vi fossero tempi certi per lo spegnimento degli inceneritori, per questioni ambientali ed economiche". Colombo rivendica di avere mantenuto inalterato l'orientamento mentre, aggiunge, "Alcuni colleghi sindaci, in questi anni, hanno cambiato idea ma se l'idea cambia, le firme restano". Ma per Colombo è tempo di arrivare a un dunque, perchè i problemi aperti restano molti e occorre prenderli di petto. "Quanto sta accadendo in Accam - prosegue- è triste e molto pericoloso, si parla di un bilancio del 2019 non ancora approvato. E trovo francamente fuori luogo che persone sulla mia linea di pensiero siano accusate dai vertici della società di dichiarazioni ostili e si sentano dire che, se vi fossero danni erariali, li dovrebbero pagare loro". Colombo è insomma un fiume in piena. "Non è neanche concepibile - continua - che io mi senta dire che ad Accam non interessa che noi votiamo contro, vi è un principio di democrazia e di libertà di espressione che ha il diritto di essere esercitato". E ricorda che, "Accam, in questi anni, ha avuto l'arresto del presidente e di un membro del consiglio di amministrazione, un incendio non protetto da assicurazione, una gestione non proprio brillante, tanti fattori insieme che hanno reso la situazione molto critica". E i suoi toni sono espliciti anche per quanto riguarda il discorso del personale dipendente. "Ci è stato detto che metteremmo 80-90 dipendenti sulla strada - spiega - ma Accam ha 23 dipendenti diretti che potrebbero trovare ricollocazione in altre società come Amga, Agesp o Ala". E conclude: "Da quanto apprendiamo, ci vorrebbero venti milioni di Euro per bonificare il terreno, questo dimostra, e lo ha detto anche un consigliere comunale di Legnano ovvero l'avvocato Franco Brumana, che lo stato del terreno è davvero precario; in più, a quanto pare, occoreranno cinque anni prima che l'impianto recuperi la funzionalità ottimale, questo vuole dire continuare a bruciare i rifiuti con un impianto in non perfette condizioni". E dà un'ultima coda al discorso affermando: "Siamo in attesa di un piano definitivo, ma davvero definitivo e non che cambi tantissime volte come è avvenuto finora, se arriverà lo porteremo in consiglio comunale e lo discuteremo".

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