Milano / Malpensa
"Noi, disabili... lasciati soli"
Una grande forza di volontà e quell’attenzione costante verso chi, purtroppo, si trova in situazioni di difficoltà e disagio. Perché Marco Montini lo sa bene cosa vuol dire convivere, quotidianamente, con la disabilità (lui costretto tra un letto e la sedia a rotelle) e sa, altrettanto, bene quanto già ogni giorno sia complesso, figuriamoci adesso e in questi ultimi mesi anche con l’emergenza Coronavirus. “Ci hanno lasciati soli – commenta – No, non sto esagerando, purtroppo questa è la realtà che ci siamo trovati davanti. Abbandonati e dimenticati da coloro che, invece, avevano il compito di tutelarci e salvaguardarci. E questo non è solo per le persone diversamente abili, questo è accaduto pure con gli anziani”. Il lockdown e le iniziative fondamentali che, inevitabilmente, sono venute a mancare o, comunque, si sono ridotte in maniera significativa. “Io, alla fine, posso dire di essere e sentirmi una persona, nonostante tutto, fortunata, visto che ho una compagna che mi è stata accanto durante le settimane appena trascorse, aiutandomi con le varie attività e le faccende essenziali – continua – Invece per la maggior parte, purtroppo, è successo l’esatto contrario. Non hanno potuto avere un sostegno e qualcuno che stesse loro vicino in un momento così complesso”. Il quotidiano, insomma, già difficoltoso normalmente, che è stato ancora di più stravolto. “Immaginate, ad esempio, le terapie alle quali dobbiamo sottoporci oppure alcune visite: sospese o che hanno subito delle variazioni sostanziali; ancora gli altri servizi, necessari per la nostra condizione fisica e di salute, anche questi che, molti, non si sono potuti fare. Tutto ciò è un problema immenso, perché quello che si riesce a guadagnare nel tempo, con uno ‘stop’ simile, svanisce. I passi e i traguardi raggiunti ogni giorno, che possono sembrare semplici, sono, in realtà, immensi e fondamentali. Lo sto vedendo direttamente su di me; rimanere fermo o, comunque, fare solo in parte quanto necessario, oggi lo sento eccome! Ti rendi conto che è come se fossi tornato indietro rispetto ai risultati che, invece, avevi raggiunto. E riprenderli, poi, richiede uno sforzo grandissimo”. Marco, come detto, le sa bene, anzi di più, queste cose ed è, appunto, a queste che ha sempre posto e continua a porre particolare attenzione, lottando e facendo sentire la sua voce (anche a fianco di AILA – Associazione Italiana Lotta Abusi), affinché ci siano finalmente un cambiamento e un’inversione di rotta nel modo di agire. “Si parla di ‘Fase 1’ e ‘Fase 2’ – conclude – Ecco per noi non esiste una simile differenza. Per noi deve essere tutto uguale. Servono azioni mirate e concrete; c’è bisogno che si guardi davvero alle situazioni nelle quali ci troviamo. Tante belle parole, però nei fatti… Lo ripeto: siamo stati lasciati soli. Noi e gli anziani. Le cosiddette persone deboli e fragili”.
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