Milano / Malpensa
RSA di Mesero, cosa succede?
Qual è la reale situazione della RSA ‘Dott. Mario Leone di Mesero’? Quanti sono i decessi registrati? Quanti imputabili al Covid-19? E quanti sono i positivi al tampone? Ma poi i tamponi sono stati fatti? Sono solo alcune delle domande a cui abbiamo cercato di trovare una risposta in queste ore. Trovandoci ad affrontare versioni discordanti, conti che non tornano e ufficialità non ufficiali. Alla ricerca di una verità univoca e oggettiva che sembra essere sfuggita di mano a chi di dovere. Quel che è certo è che i decessi ci sono stati. Cerchiamo allora di ricostruire la vicenda partendo dal suo epilogo: il trasferimento di alcuni ospiti verso altre strutture socio-sanitarie.
Anziani a Milano e Pavia
“A seguito del protrarsi dell’emergenza Covid-19 e degli effetti causati su alcuni anziani residenti e su alcuni lavoratori dell’equipe socio-sanitaria della RSA ‘Dott. Mario Leone’ di Mesero, l’ente gestore, in accordo con l’amministrazione comunale proprietaria della struttura e in coordinamento con l’Asl locale, la settimana scorsa ha provveduto a trasferire, presso altre strutture socio-sanitarie accreditate in provincia di Milano e di Pavia, una ventina di anziani residenti asintomatici, dopo essere stati visitati da personale medico specialistico. I famigliari degli anziani residenti sono stati puntualmente informati circa le condizioni di salute e le modalità di trasferimento dei loro cari. Il trasferimento è avvenuto a cura ed onere dell’ente gestore”. Questo ci comunica Coopselios, società che si occupa della gestione della Residenza Sanitaria Assistenziale di Mesero. Il trasferimento è stato predisposto al fine di garantire la sicurezza degli anziani asintomatici e per permettere al personale sanitario di concentrarsi su 24 ospiti della RSA, che presentano patologie più complesse.
Deceduti: i conti non tornano
Coopselios ci comunica che l’edificio della RSA è di proprietà del Comune, mentre loro si limitano a gestire il servizio. Pertanto, la comunicazione dei numeri ufficiali su positivi e deceduti compete al Sindaco di Mesero, Davide Garavaglia. “Ci sono 18 persone che sono state spostate in altre strutture; 24 persone sono rimaste nella struttura; 20 sono le persone decedute. È chiaro?” ci risponde il Primo cittadino. Chiediamo se le morti siano tutte imputabili a Covid-19: “Presumibilmente. Di certezze non ce n’è neanche una. Tutti questi decessi non fanno parte da un punto di vista formale e tecnico dei morti per Covid, perché non sono stati tamponati e quindi non compaiono in nessun database, né nel nostro, né in quello della Prefettura, né in quello dell’ATS. Non vengono fatti i tamponi in questa RSA come in nessun’altra RSA d’Italia, non vengono fatti agli anziani”. E quando chiediamo se questi dati siano stati forniti dalla Direzione sanitaria della RSA, il Sindaco ci risponde: “Sì, certo”.
E qui i conti proprio non tornano, da nessuna parte. Sommando le cifre fornite dal Sindaco Garavaglia, il totale è 62; ma la casa di riposo ha 60 posti letto - 50 posti accreditati col Sistema sanitario nazionale e 10 a mercato libero. Coopselios, invece, ci comunica che “Nella struttura erano presenti una cinquantina di ospiti seguiti da un’equipe sanitaria, composta da operatori assistenziali e personale ausiliario. L’età media dei residenti era di 83 anni e molti di loro presentavano un quadro clinico di grande fragilità per la sommatoria di numerose patologie anche croniche”. La struttura non si trovava, quindi, al massimo della capienza. Se 20 sono stati gli anziani trasferiti e 24 i rimasti presso la struttura, il numero di decessi dovrebbe essere nettamente inferiore. Dove sta la verità? E perché un sindaco dovrebbe dare un numero di decessi superiore a quello effettivo, eventualmente? Di certo il trasferimento dei pazienti in altre strutture rende senz’altro più difficile fare i conti esatti, anche al personale socio-sanitario che nella RSA ci lavora. Guarda caso, poi, in un momento difficile per la struttura nei confronti di famigliari e opinione pubblica.
Il dramma poteva essere evitato?
Che siano 5, 10 o 20, poco importa; ad alcuni possono sembrare poche 5 e molte 10, ma la realtà è che sono in ogni caso troppe perché si tratta di vite umane, per di più fragili e indifese. Chi doveva vegliare su di loro, forse non l’ha fatto. O forse invece ha fatto tutto il possibile, pur non essendo abbastanza. “Io ho chiuso la RSA il 24 febbraio, quando ancora erano aperti bar e ristoranti ed erano chiuse solo le scuole. Abbiamo preso subito tutte le misure precauzionali - afferma il Sindaco, Davide Garavaglia. - La maggior parte dei decessi risale agli ultimi 15 giorni. E anche gli operatori si sono ammalati: siamo intervenuti più volte con l’ATS chiedendo personale di supporto, chiedendo aiuto alla Protezione Civile regionale... Come Comune abbiamo agito subito; poi essendo una struttura privata, ha cercato di organizzarsi come meglio ha potuto”. Però la RSA ‘Dott. Mario Leone’ privata di certo non è; lo dichiara anche il sito internet del Comune, nel quale si legge “La Casa di Riposo Comunale di Mesero, gestita dalla società Coopselios scrl, accoglie ospiti con priorità alle persone residenti nel Comune di Mesero; se disponibili altri posti anche i non residenti.”
E quanti sono i contagiati tra il personale? Non è dato saperlo, afferma il Sindaco Garavaglia. Non tutti sanno che i singoli comuni hanno a disposizione una piattaforma virtuale su cui le autorità sanitarie caricano i positivi, i decessi, i dimessi e i guariti divisi per comune di residenza. Le eventuali positività tra il personale in servizio alla RSA di Mesero, quindi, figurano nei dati dei comuni dove risiedono, ma non tra quelli di Mesero stessa.
“L’ente gestore ha prontamente provveduto ad individuare e a inviare nella struttura un’equipe di supporto, composta da figure con diverse professionalità, sia per la parte di coordinamento che per la parte medica e assistenziale, garantendo la piena copertura dei turni e la qualità del servizio agli anziani residenti - fa sapere Coopselios. - L’attuale situazione, in continua evoluzione, presenta sicuramente delle significative complessità per la struttura e per gli operatori del settore, ma è costantemente presidiata dal personale dell’ente gestore grazie anche al supporto dell’Amministrazione comunale e al monitoraggio dell’Asl locale, nel rispetto delle procedure e dei protocolli stabiliti dalle autorità sanitarie. Il presidio della struttura è attivo h24 e il sistema di contrasto all’emergenza si sta prodigando a tutti i livelli e con grande impegno da parte di tutti per rispondere in modo adeguato all’attuale difficile situazione. Ringraziamo quindi tutto il personale medico, sanitario, assistenziale e i servizi alberghieri impegnati in questo difficile compito che sta richiedendo uno sforzo ed un sacrificio come mai prima d’ora”.
Questo è quello che siamo riusciti a ricostruire finora. Ma la vicenda è tutt’altro che finita.
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