Il taccuino già pronto in mano, la pena anche, per scrivere e raccontare come sempre del suo paese, della sua Turbigo, di episodi e iniziative varie. Ma stavolta no! Stavolta è stato diverso. Niente taccuino e penna, perché per una sera Giuseppe Leoni ha svestito i panni del giornalista e ha indossato invece quelli del premiato. Eccolo il Turbighese d’oro 2015. “L’ho scoperto solo a poche ore dalla consegna. Sono stati bravissimi a tenermelo ben nascosto – dice appena sceso dal palco; la voce è rotta dall’emozione, negli occhi e sul volto un pizzico di commozione. E in fondo diversamente non avrebbe potuto essere, perché non è da tutti ricevere l’importante riconoscimento (nato nel lontano 1981 per volontà e volere della famiglia Bailetti, a ricordo e omaggio dello zio Nildo scomparso l’anno prima e che viene assegnato, con cadenza biennale, a quei cittadini che vivono in prima persona i valori della solidarietà, dell’amicizia e del servizio a favore degli altri, dimostrando altresì di possedere un elevato profilo morale ed umano e di essersi impegnato nel mondo del volontariato nel campo sociale, sportivo o culturale. Col Velo Club e dal 1992 anche la Pro Loco partecipa attivamente alla promozione dell’iniziativa)”. Classe 1947, Giuseppe Leoni è da sempre una delle figure di riferimento nel territorio. Per tutti, lo storico e il giornalista. Lui che per una vita intera ha lavorato all’Enel, per poi dedicarsi anima e corpo alle sue grandi passioni: il giornalismo, appunto (pubblicista dal 1984 al 2012), insieme alla politica (consigliere comunale a Nosate dal 1975 al 1980, quindi a Turbigo, dove ha ricoperto anche la carica di assessore e dove è stato riconfermato per due volte fino al 1992; mentre consigliere è rimasto sino al 1993 quando il Consiglio comunale si è sciolto per l’arresto dell’allora sindaco, di un consigliere ed anche il suo. “Sono stati anni importanti – continua Leoni – Durante i quali il paese è cresciuto e si è fatto conoscere ed apprezzare pure fuori dai confini italiani (è di quel periodo, ad esempio, la sorta di gemellaggio tra Turbigo e un quartiere di Parigi, ancora oggi vivo)”. Ma, alla fine, nel suo passato e nel suo presente il neo turbighese d’oro ne ha fatte davvero tante di cose. La storia (intesa come ricerca e riscoperta delle tradizioni locali e delle nostre origini), innanzitutto: dversi, infatti, i volumi e i testi che ha realizzato; in parallelo, quindi, ecco l'impegno da volontario della biblioteca e dell'archivio storico comunale, oltre ad essere stato uno dei fondatori del gruppo d'in giò, che accanto all’immancabile festa si occupa della conservazione e della manutenzione della chiesa d’in giò.

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