Milano / Malpensa
L'Europa nel Mediterraneo
- 02/12/2015 - 18:07
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Viviamo in un’Europa continuamente scossa da attentati terroristici rivendicati dall’ISIS, che, in parte, essa ha alimentato e che stanno causando una profonda disgregazione all’interno della stessa Unione. Spesso, però, noi cittadini non siamo informati correttamente su quanto accade in Europa, perciò CIMPO ha deciso di tenere alcuni seminari per sensibilizzare i cittadini su questa tematica e per chiarire loro alcuni dettagli.
A uno di questi seminari, sta partecipando un gruppo di ragazzi di 3^C insieme alle docenti Ferrario e Sala nell’ambito del Progetto di Alternanza scuola-lavoro. Nel primo incontro, tenutosi presso l’Ufficio milanese del Parlamento Europeo il 25 novembre 2015, sono intervenuti un eurodeputato e il direttore dell’Ufficio del Parlamento, il Dott.Janiki Cingoli, chiarendo alcuni aspetti della critica situazione che sta vivendo il nostro continente.
A partire dagli anni ’90, l’Europa ha aperto un piano di cooperazione economica internazionale per dare maggior sostegno ai Paesi del Medio Oriente. Nonostante gli sforzi, però, l’obbiettivo di risolvere alcune tensioni non è stato raggiunto, anzi è nata una nuova scena, caratterizzata da “conflitti non tradizionali, generati da persone non tradizionali” (come vengono classificati dall’eurodeputato) ovvero gli attentati terroristici e i terroristi. I terroristi responsabili degli attentati sono persone nate in Europa, alle quali non sono stati insegnati i valori fondamentali della società e che vivevano nei ghetti, dove la sensazione di separazione è molto forte. Attraverso i loro atti di terrore, stanno progressivamente disgregando l’Europa: ne è un esempio la momentanea sospensione di Schengen da parte della Francia, dovuta al piano di sicurezza entrato in vigore, dopo gli attentati di Parigi. È importante ricordare, però, che l’Unione Europea ha causato una parte di questi violenti episodi, le cui radici sono ricercabili quando essa intervenne militarmente in Siria, Libia e Iraq, senza risolvere pienamente le criticissime situazioni che vi trovò. Perciò, ora l’Europa si vede chiamata ad affrontare una nuova sfida che non è possibile risolvere con i bombardamenti, ma con una lavoro paziente di cooperazione.
di Lorenzo Grossi, Sara Gallucci e Sophie Travaglia
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