Milano / Malpensa
Il caporale Rolfi ritorna a casa
La seconda Guerra Mondiale sullo sfondo. Giovani e uomini chiamati alle armi per il loro Paese; il boato improvviso e assordante dei fucili e delle bombe che riecheggia da una parte all’altra; e tutto attorno le voci (sono tante, tantissime) che si mischiano con le grida di dolore e di disperazione per l’ennesima vita strappata per sempre all’amore ed all’affetto della famiglia, dei parenti e degli amici. C’è chi ce l’ha fatta ed è rientrato in patria e c’è chi purtroppo in patria non ha più potuto tornare. Più di settant’anni fa una delle pagine più tristi della nostra storia. Settant’anni dopo, i ricordi e le immagini di quei terribili anni sono più che mai vivi nella memoria e nei cuori di tutti noi. Ma può succedere anche che a settant’anni di distanza si ritrovi quel familiare morto sotto i colpi del Secondo Conflitto Mondiale e si possa così riportarlo finalmente a casa. LA STORIA – Tutto ha inizio qualche mese fa: da una parte l’Istituto Nazionale del Nastro Azzurro fra combattenti Decorati al Valor Militare e la sezione inverunese dei bersaglieri, dall’altra appunto la cittadina di Inveruno. E’ qui, infatti, che il 4 febbraio del 1913 era nato Giuseppe Rolfi ed è da qui che proprio quest’ultimo era partito per servire il suo Paese. Lui, uno dei tanti ragazzi chiamati a combattere (già effettivo al 43esimo Gruppo Artiglieria e caporale); i giorni e le notti intere in prima linea, fino al decesso in prigionia, il 21 luglio del 1944, a Ludwingshafen (Germania) a seguito di un bombardamento aereo, ed alla successiva sepoltura nel cimitero militare italiano d’onore di Francoforte sul Meno. Riquadro A, fila 5 e tomba 24: dette così possono sembrare semplici lettere e numeri, invece è proprio dietro a queste lettere e numeri che oggi la famiglia del caporale Rolfi ha potuto ritrovare il suo caro e riportarlo a casa, nel camposanto del suo paese. “Da anni siamo impegnati appunto nella ricerca di quei nostri connazionali caduti in guerra – spiegano dall’Istituto del Nastro Azzurro – A Francoforte sul Meno, ad esempio, sono raccolte le spoglie di 4783 militari italiani di cui 4599 noti, 184 ignoti, tutti deceduti tra il 1943 e il 1945 (prigionieri di guerra, internati, lavoratori civili e deportati). E tra questi c’era lo stesso Giuseppe Rolfi. Così, subito, grazie all’associazione bersaglieri di Inveruno, abbiamo informato i familiari e tramite la figlia si è chiesta la concessione dei suoi resti mortali, al fine della traslazione dal camposanto in terra tedesca al cimitero comunale inverunese”. Dove si potrà lasciargli un fiore e finalmente potergli rendere omaggio.
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