Milano / Malpensa
Aspettando il 'BAFF'
- 28/03/2014 - 09:27
- Busto Arsizio
In attesa dell’avvio della dodicesima edizione del BAFilm Festival, venerdì 28 marzo alle 18, lo spazio festival di piazza san Giovanni ospita la proiezione del film Terra di morti, tratto dal libro Il labirinto di carta (www.proedieditore.it) di Anna Maria Hábermann.
L’evento sarà presentato dalla giornalista de La Prealpina Angela Grassi.
Filo conduttore del film - che si dipana fra Italia e Ungheria - è la ricerca della verità sul destino della famiglia paterna della protagonista, voce narrante del lungometraggio. Attraverso documenti originali e fotografie, immagini attuali dei luoghi dove avvennero i fatti e incontri con diversi testimoni, il film conduce via via lo spettatore a scoprire dove vissero i nonni paterni di Anna Maria, la loro tragica storia e quella del fratello Tamás, scomparso nel ’44 insieme a tutta la famiglia ungherese. La protagonista s’interroga soprattutto sul silenzio che l’ha circondata sin dall’infanzia: dalla scioccante verità sulle origini ebraiche della famiglia paterna, all’esistenza di Tamás, un fratello sconosciuto nato da un precedente matrimonio del padre. I momenti più emozionanti del film si svolgono in Ungheria, a Baja, dove Tamás visse affidato alla nonna materna, dopo il divorzio dei genitori sancito dal tribunale nel 1938. Questi momenti sono contrassegnati dagli incontri di Anna Maria con gli amici di Tamás che parlano di lui con affetto, descrivendone la personalità e l’intelligenza, illuminando - con alcuni aneddoti - la sua giovane vita ricca di interessi, permettendo così alla sorella di riappacificarsi con il silenzio dei genitori, che la isolò da una realtà troppo dolorosa per essere affrontata.
La storia di Anna Maria Hábermann è nota a Busto Arsizio: anche di recente, il 6 marzo, in occasione della Giornata Europea dei Giusti, l’Amministrazione comunale, gli Amici del Tempio Civico e l’Azienda ospedaliera di Busto Arsizio, hanno dedicato una targa al dottor Aladar Hábermann, padre di Anna Maria, per la generosità con cui svolse l’attività di medico e per aver salvato decine di persone ricercate dai nazifascisti.
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