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sabato 23 novembre 2024 | ore 09:34

Karate e disabilità... 'Il fiore che ride'

Il progetto del Japan Karate Shotokan di Castano Primo. Sport e attività della quotidianità insieme. "Il sorriso è il filo conduttore dell'intera attività. E i risultati sono straordinari" - dice Maurizio Croci, che coordina gli educatori e il progetto.
Castano Primo - Il gruppo de 'Il Fiore che ride'

L’emozione e la gioia di un semplice gesto, ma che vale più di ogni altra cosa. Un abbraccio, una parola e un esercizio alla spalliera, coi cerchi oppure attorno ai birilli, basta vedere il sorriso sui loro volti e capisci subito che quello è un traguardo speciale. Quando entrano in palestra e salgono sul tatami, i ragazzi diversamente abili de “Il Fiore che ride” (il progetto che ormai da alcuni anni vede protagonista il Japan Karate Shotokan di Castano Primo) è come se, una volta messo il kimono, dimenticassero per un istante i vari problemi e le difficoltà che purtroppo ognuno ha. Giovani e adulti, non ci sono differenze; sono tutti uguali, l’uno accanto all’altro, si chiamano per nome, si confrontano, si fanno i complimenti a vicenda, a volte anche discutono, alla fine l’inchino per salutarsi e salutare i genitori ed i familiari sulle tribune è il segnale che la lezione è finita e che si deve tornare a casa, già con la testa ed il pensiero, comunque, al prossimo appuntamento. Castano Primo - Il gruppo de 'Il Fiore che ride' durante un'esibizione “Perché il fiore che ride? – spiega Maurizio Croci, che fa da coordinatore ai 10 educatori che seguono queste persone (17/18 in totale oggi) – Perché è proprio il sorriso il filo conduttore dell’intera iniziativa. Sorridere per imparare e crescere insieme. Poi sono fondamentali l’amicizia ed il gruppo”. Il lavoro, insomma, è fatto di più parti e momenti. “L’attività, un’ora alla settimana (il giovedì, nella palestra di via Giolitti) – continua Croci – vede inizialmente una mezz’ora dedicata alla riabilitazione motoria (arti superiore e inferiori), quindi 10 minuti di karate vero e proprio (le tecniche base ed i principali movimenti della disciplina); infine, il tempo che rimane è dedicato allo stretching. Lo sport e la quotidianità vanno di pari passo, cerchiamo di conciliare il karate nella sua specificità con azioni che fanno parte della vita di tutti i giorni, per aiutarli a formarsi nei normali gesti quotidiani, appunto”. E i risultati fin da subito sono stati straordinari. “Anche solo riuscire ad alzare un braccio o una gamba, a salire un gradino, a fare un piccolo salto oppure a rimanere in equilibrio – conclude – sono traguardi eccezionali ed unici. I progressi sono tanti e più il tempo passa e più crescono”.

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