Milano / Malpensa
Cara, vecchia campagna elettorale
- 22/02/2013 - 16:42
- Politica
L’Italia è in campagna elettorale, ed è corretto seguirla e buttare un occhio ai diversi contenuti che emergono. Prendiamo atto che i nostri politici hanno un’idea molto elastica della storia italiana: se alcuni polemizzano ancora sulla figura dell’imperatore Federico Barbarossa o sul Risorgimento, altri preferiscono decisamente la storia contemporanea, in particolare gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. Gli storici hanno da tempo chiarito le motivazioni per le quali l’Europa pullulava di regimi autoritari e dittatoriali e tra le cause possiamo annoverare la crisi economica e il discredito delle classi dirigenti liberali. Almeno per prudenza, inviterei a parlare di fascismo, nazismo, comunismo con un certo distacco e cognizione di causa perché, se è vero che la storia non si ripete, le condizioni politiche, sociali ed economiche attuali sono spaventosamente simili a quelle passate (Grecia docet). Altrettanto risibile è disputare sull’origine degli attuali partiti politici; altrimenti dovremmo ricordare al Presidente del Consiglio Monti l’albero genealogico dei partiti che lo sostengono, ma sarebbe demenziale farlo: i movimenti politici, come ogni fenomeno che riguarda l’essere umano, si evolvono, altrimenti indosseremmo ancora parrucche incipriate, cotte di maglia e avremmo governi non eletti, ma ereditari e per giunta legittimati da Dio. Prendiamo atto che tutti odiano le tasse, la nuova peste nera: tra condoni che vengono e condoni che vanno, Ira, Irpef, Imu sicuramente abolite viene da chiedersi dove si troveranno le coperture, magari citando cifre precise. La tassazione in Italia è a livelli ciclopici, ma non si illudano i cittadini, soprattutto quelli che pagano economicamente il peso più alto e drammatico a causa della crisi: per rispettarli, occorre non mentire e non giocare a chi la spara più grossa. Prendiamo atto che gli Impresentabili (nuova categoria politica…) sono tali solo se famosi: le altre persone con vicende giudiziarie ancora aperte, o concluse con una condanna, cerchino di non farsi troppa pubblicità. Prendiamo atto che le donne belle non possono fare politica, ovviamente sono criticate per il loro aspetto fisico e non perché la loro carriera ha qualche elemento controverso. D’altra parte, i canoni di bellezza sono personali e opinabili, ma la questione vale solo per il sesso femminile: infatti troviamo parlamentari e senatori con facce degne di un Bestiario medievale. Prendiamo atto che i cani sono utilissimi nel dare un volto umano ai diversi candidati (e se servono gli animali a umanizzare...): saranno offesi i felini, i roditori, i rettili e i volatili, ma tanto non sono elettori! Prendiamo atto che gli ultimi scandali sono gravi e suscitano un comprensibile imbarazzo in tutte le forze politiche, che però dovrebbero imparare a prestare maggiore attenzione nella scelta della classe dirigente. Prendiamo atto che nessuno nomina più Grillo, la spada di Damocle che riesce a riempire le piazze. Prendiamo atto che gli italiani non hanno mai alcuna colpa; d’altronde, corruzione ed evasione fiscale sono fenomeni marginali nel nostro paese. Inoltre, il voto a preferenza è ancora vigente, anche se non nelle elezioni nazionali: gli ultimi scandali dovrebbero far riflettere sulla maturità con cui si votano determinate persone. Infine, prendiamo atto che la cronaca degli ultimi mesi non registra un chiaro e forte ringraziamento a tutte quelle associazioni impegnate a sostituire quello che una volta era il welfare.
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