Milano / Malpensa
Cercando l'Oro nel fiume Azzurro
- 05/02/2013 - 16:58
- Storie
- Territorio
Roberto e Giorgio Bogni, padre e figlio, sono collezionisti e ricercatori di minerali dal 1974, con un proprio negozio a Sesto Calende (Varese). Da quattro anni a questa parte, però, accanto alla ricerca di zaffiri, diamanti e altri reperti sulle montagne, si è aggiunta un’antica e storica pratica: quella del cercatore d’oro lungo il Ticino. “E’ sicuramente più una passione nei giorni di chiusura del negozio che non un’attività - ci spiegano - il prezioso metallo c’è e ancora si trova bene lungo il fiume azzurro, ma occorre pazienza, preparazione e rispetto. Mediamente, per ricavare un grammo d’oro, occorre smuovere circa una tonnellata di detriti. Oltre 2500 anni fa, Celti e Romani scandagliavano il fiume, tra i più ‘ricchi’ del mondo, soprattutto nei pressi di Varallo Pombia, una tradizione che poi è proseguita e si è tramandata fino a pochi decenni fa. “Dopo aver individuato l’area in base al corso dell’acqua - spiegano - si passa alla campionatura della sabbia. Se vi è del granato, di colore rosso, vuol dire che ci sono dei metalli pesanti, tra cui l’oro. Rispetto alla foce, qui le pepite sono molto piccole ma più pure, senza argento o rame, grazie al lavoro di ossidazione fatto dal Ticino stesso. La nostra attività è totalmente ecologica, usiamo solo metodi naturali, sfruttando le risorse del posto. Le uniche pietre che non tocchiamo sono i quarzi, la cui raccolta è vietata dal regolamento del Parco”. Vi sono anche storie e tradizioni legate a questa antica pratica: “Ad Oleggio un uomo poteva prendere in sposa una ragazza del paese solo dopo aver raccolto abbastanza oro per fondere le fedi nuziali”. Passato e presente che si fondono... ora Giorgio Bogni è presidente dell’associazione ‘Oro in Natura’ del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Per chi volesse invece informazioni sui minerali locali e acquistarne alcuni può visionare il sito http://www.mineraliepietre.com
Storie - Cercatori d'oro sul Ticino
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