Milano / Malpensa
'Rimborsi gonfiati'. Zuffada tranquillo
- 18/12/2012 - 12:40
- Politica
“Sono amareggiato per una vicenda che mi vede protagonista mio malgrado, ma al contempo sono fiducioso di poter chiarire velocemente la mia posizione davanti alla Magistratura”. Così il Consigliere regionale del PdL Sante Zuffada indagato insieme ad altri suoi colleghi per i presunti ‘rimborsi gonfiati’. “Intendo qui puntualizzare che le ricevute per rimborso che ho presentato presso la segreteria del mio Gruppo Consiliare sono assolutamente in linea con quella che è la mia attività di Consigliere regionale. Nessuna anomalia né spesa non consona con il mio mandato – precisa Zuffada – d’altra parte, esiste una legge dal 1972, ovvero, da quando è istituita la nostra Regione che prevede il rimborso per le spese correlate alla propria funzione”. Il Consigliere del PdL entra poi nel merito delle contestazioni: “Non credo, pertanto, che possa costituire reato di peculato organizzare sobrie colazioni di lavoro con Consiglieri comunali o altri soggetti portatori d’interessi diffusi per discutere nel merito le istanze da inserire in provvedimenti da portare in Aula, né tanto meno l’affittare sale per organizzare dibattiti con lo scopo d’informare i cittadini su leggi approvate in Consiglio regionale”. “Fatta questa premessa – aggiunge il Consigliere regionale del PdL – sono sereno perché già nei prossimi giorni sarò sentito dai Magistrati e, quindi, sono sicuro di poter chiarire tutto. Sicuramente – osserva Zuffada – da quanto sta emergendo ci sono stati degli eccessi che debbono essere giustamente e prontamente puniti, ma non si può cadere nella demagogia, né tanto meno in questa pericolosa ondata populistica che rischia di minare nelle sue fondamenta la credibilità delle Istituzioni democratiche”. Zuffada chiosa ricordando la sua irreprensibile storia politica: “Ho sempre interpretato la mia attività con spirito di servizio. Non ho mai vissuto di politica, avendo svolto la mia professione di veterinario per poi dedicarmi all’attività di Consigliere regionale solo dopo essere andato in pensione. Ritengo, quindi, che prima di dare giudizi affrettati sulle persone, si debba tenere in debito conto la vicenda privata di ciascuno dei soggetti coinvolti e, poi, fare gli opportuni distinguo”.
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