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domenica 24 novembre 2024 | ore 02:14

Oratori:"Cosa può cambiare?"

Dalla diocesi le linee su come cambia un'istituzione storica
Territorio-Don Franco Roggiani e don Samuele Marelli

Rispetto al resto dei decanati della Diocesi di Milano siamo tutt’ora messi bene, con la presenza di ben sei giovani coadiutori. E’ questo il parere di don Franco Roggiani, decano del Decanato di Castano Primo, in riferimento alle nuove linee di ‘Pastorale Giovanile’. Ma come è già avvenuto in molte parrocchie, con la creazione delle Comunità e delle Unità Pastorali, anche riguardo ai giovani qualcosa di importante sta cambiando. A spiegarlo, ad un pubblico forse più di giovani che di adulti, è stato il responsabile FOM (Fondazione Oratori Milanesi, ndr) don Samuele Marelli: “Chi è presente è qui per capire e perchè si interessa del futuro dei giovani nel vostro decanato - ha esordito - Ci troviamo ora ad affrontare questo problema perchè dalla scorsa primavera ci siamo accorti che il numero dei giovani sacerdoti è in costante calo e l’età di quelli esistenti si alza progressivamente”. Senza dimenticare che ora molti divengono sacerdoti anche oltre i trent’anni. “Il documento redatto dalla Diocesi si poggia su tre pilastri: persone (chi sono i giovani di oggi), contenuti (cosa offrirgli), istituzioni (come trasmettere i contenuti ai giovani). Io credo che l’oratorio sia una memoria da custodire, un dono per il presente e una sfida per il futuro. Spesso si dice che è più difficile aggregare, ma questo avviene per ogni istituzione o gruppo, senza dimenticare che solo gli oratori riescono ancora a coinvolgere così tanti ragazzi. Bisogna però osservare anche alcuni fenomeni: per tanti la famiglia è una risorsa, per altri il primo problema; ma soprattutto occorre notare come ora i ragazzi si trovino per star bene e non per fare del bene”. Una particolare attenzione viene comunque rivolta allo sport e al ruolo degli allenatori nella crescita dei giovani. Se per i contenuti le tematiche rimangono invece le stesse, la vera ‘rivoluzione’ è nelle istituzioni: “Occorre cambiare per venire incontro alle nuove sfide, se diminuiscono i sacerdoti occorre valorizzare le risorse nascoste. Spesso vi sono competenze non adeguate, nel caso bisogna arrivare a professionalità retribuite”. Sono quattro i punti essenziali di riforma: “Per prima cosa occorre che ogni Comunità Pastorale abbia una propria unità di Pastorale Giovanile - spiega don Samuele Marelli - Il secondo passo è la creazione di ‘equipe’ di Pastorale Giovanile aperte ad allenatori, scout, educatori, volontari, rappresentanti della scuola e delle amministrazioni. Il terzo fondamentale passaggio è la nomina di un direttore laico (inizialmente può essere una religiosa, un sacerdote o un diacono). Già ora questo avviene con le quaranta esperienze della Cooperativa ‘Aquila e Priscilla’, di cui un caso è quello di Vanzaghello. In fondo, trent’anni fa esistevano i prefetti degli oratori, sarebbe riprendere dalla storia. Il quarto passaggio è nella formazione dei ‘Centri Giovanili’, luoghi di riferimento per le attività dai 18enni in su”. Queste, in sintesi, le linee del cambiamento, un obiettivo da sviluppare ma che occorre avviare fin da subito. Spiace aver notato una scarsa presenza a questo incontro pubblico, soprattutto perchè poi, come è già capitato, quando si va a modificare l’esistente nascono proteste e disagi. Capire le direzioni del cambiamento rimane così il presupposto basilare per manterere operativi e funzionali gli oratori, luoghi di ritrovo così apprezzati e frequentati da centinaia di ragazzi in tutti i nostri paesi.

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