Milano / Malpensa
Impressioni da un viaggio in Romania...
La dimensione spirituale è fortemente segnata dalla fede cristiana ortodossa che qui si identifica ancora in larga parte con l’identità nazionale.
La fede ortodossa ha resistito all’impatto dell’impero ottomano che ha lasciato pochissime tracce della sua presenza nel territorio. Qui l’espansione dell’islam ha incontrato una resistenza tenace che si è espressa in vere e proprie guerre e con testimonianza giunte fino al martirio. I romeni sentono orgogliosamente di essere stati il bastione della cristianità rispetto alla spinta dei turchi tesi alla conquista dell’Europa.
La fede ortodossa ha resistito all’impatto del protestantesimo: abbiamo certo incontrato chiese cattoliche trasformato in chiese luterane in quanto la minoranza di origine sassone, prima cattolica, passò quasi totalmente alla riforma protestante, come nelle altre parti d’Europa, nel corso del 1500.
La fede ortodossa ha resistito anche all’impatto con il cattolicesimo che gli Asburgo, segnatamente con l’imperatrice Maria Teresa, avevano tentato di introdurre nel territorio romeno. Oggi i cattolici sono solo il 7 per cento su una popolazione di circa 20 milioni di abitanti. Abbiamo celebrato in chiese cattoliche sempre presenti nei centri principali. Le due confessioni cristiane vivono l’una accanto all’altra con relazioni abbastanza freddine. Mi è sembrato di capire, da un veloce colloquio con un sacerdote cattolico che siamo ancora lontani anche dal desiderio di riunificazione..
La vita spirituale è organizzata intorno a due centri: alle parrocchie nelle quali c’è un clero, normalmente, sposato, e ai monasteri centri di pellegrinaggio, di incontri per la direzione spirituale o per soggiorni come i nostri ritiri spirituali.
Per quello che abbiamo potuto vedere durante le visite nelle chiese dei monasteri le persone vivono con grande concentrazione la propria preghiera (nonostante il disturbo arrecato dai visitatori). Anche la gestualità, per noi insolita, rivela la profonda fiducia in Dio, nella Vergine, nei santi.
Non ci è stato possibile assistere a una Divina Liturgia (la Messa) ma probabilmente e nonostante la durata (dalle due alle tre ore) ne avremmo ricavato un analogo riscontro.
Quanto alla realtà sociale, al di là di quanto si può osservare nei grandi centri dove le cose vanno come da noi, con picchi di lusso che umiliano chi vive del proprio stipendio, è una imprevista deviazione nei villaggi (dovuta a lavori in corso su alcune strade principali) che ci ha permesso di vedere con i nostri occhi la situazione di povertà della gente.
Povere case per lo più a piano terra con dei sottotetti angusti(chiamarli mansarde potrebbe far pensare a un benessere inesistente), senz’altra acqua che quella del pozzo del cortile o sulla strada; orti nei quali non si vede una pianta ornamentale ma solo preziosi alberi di mele; sacchi di patate in vendita sulle strade come da noi le arance; strade rappezzate mille volte dove i 40 orari sono voluti dalla condizione del fondo stradale più che dai vigili; trattori e aratri e macchine agricole già vecchie per noi quarant’anni fa…
Gli stipendi si aggirano per un operaio normale o un maestro di scuola che inizia l’insegnamento sui 200 euro al mese… (a fine carriera un maestro arriva ai 700 euro al mese…)
Le nostre donne, esperte di prezzi, notavano che le cose, anche quelle di uso più comune, costano più o meno come da noi.
La Chiesa ortodossa è diventata, in questa situazione, il maggior argine alla miseria e alla povertà.
Chi ha visto avrà difficoltà, adesso, a pensare “Cosa vengono qui a fare?”
Si possono comprendere i sacrifici di tante donne, sicuramente più intraprendenti degli uomini, che in questa condizione prendono la decisione di lasciare casa, affetti, figli e mariti e venire da noi a guadagnarsi il necessario per riaggiustare la casa o mandare a scuola i figli, o comprarsi medicinali
indispensabili.
Bisogna andare a vedere le cose per capire perché la gente si muove…
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