Milano / Malpensa
Chiamatele persone
- 30/05/2009 - 11:15
- Cuggiono
Entrare in carcere è un’esperienza umana arricchente ed indescrivibile. Mentre fuori gli uccelli cantano e il sole splende, dentro si vive il dramma della propria solitudine. Un gruppo di giovani della parrocchia di Cuggiono, con gli amici di Arconate e Dairago, ha aderito con entusiasmo alla proposta della Caritas Ambrosiana e Pastorale Giovanile. Il percorso ‘Giovani e Carcere’ si è articolato in diversi momenti di formazione e sensibilizzazione sulla realtà carceraria, con esperti di diritto penale, poi la serata con i cappellani e infine l’atteso incontro con i detenuti. Appena varcata la soglia dell’Istituto Circondariale di Busto Arsizio manca l’aria. I cancelli sono alti, altissimi. L’atmosfera è pesante. Ci dirigiamo in una saletta. Lì, per sezioni, entrano i detenuti. Ci colpisce la loro normalità. Ci aspettavamo violenti e imbestialiti. Ci troviamo di fronte Persone. Persone che si sono smarrite e che tendono le mani per un aiuto. Per lo più immigrati, molti hanno storie difficili alle spalle. Facile, soprattutto per chi è più debole o non ha punti di riferimento, sbagliare. Noi abbiamo voluto incontrarli per ricordargli che non sono soli, che il nostro pensiero ora ricorre spesso a loro e che speriamo di poter ripetere l’esperienza. Sabato e domenica scorsi un gesto concreto, abbiamo allestito un banchetto per la vendita di alcune piantine, il cui ricavato sarà devoluto per sostenere le attività di casa Onesimo, centro di accoglienza temporanea per ex-detenuti.
Siamo al lavoro per offrire a tutti un’informazione precisa e puntuale attraverso il nostro giornale Logos, da sempre gratuito.
La gratuità del servizio è possibile grazie agli investitori pubblicitari che si affidano alla nostra testata.
Se vuoi comunque lasciare un tuo prezioso contributo scrivi ad amministrazione [at] comunicarefuturo [dot] com
Grazie!