Milano / Malpensa
Sacerdote a 53 anni
- 01/07/2011 - 14:45
- Turbigo
Una scelta arrivata in età avanzata, ma, in fondo, come spiega lui stesso: “Per ogni persona c’è il suo tempo. Chi decide di seguire la strada della vocazione può impiegare uno, due, dieci o anche 30 anni prima di compiere questo passo”. Così è stato, infatti, per il turbighese Marino Colombo, per tutti, oggi, padre Marino. Una vita, la sua, trascorsa prima in conceria, quindi al mercato ed, infine, come operatore in una casa di riposo di Magenta, poi, a 53 anni e solo pochi giorni fa, ecco la celebrazione della prima Messa, proprio a Turbigo, accanto ai familiari ed ai tanti amici che con lui sono cresciuti e che gli sono stati vicini durante l’intero percorso. “La decisione – racconta padre Marino – è venuta quando avevo 38 anni. Inizialmente sono entrato nel Diaconato Permanente di Milano, successivamente compiuto il 45esimo anno di età e, dopo 6 anni di studio, formazione e preparazione, sono diventato Diacono. Nel frattempo, riflettendo e confrontandomi interiormente ho capito che avrei voluto continuare il percorso iniziato solo poco tempo prima, che mi si chiedeva di più, di non fermarmi lì”. Nel 2006, perciò, il 53enne turbighese arriva dai Padri Somaschi di Magenta e, sempre nello stesso anno, inizia il Noviziato a Roma. Poi la Professione Semplice e, in ultimo, quella Solenne, fino a gennaio di quest’anno quando gli viene accettata la domanda di sacerdozio. In mezzo, ancora tanto studio, per crescere spiritualmente e per potere praticare nel migliore dei modi la sua professione. “Una grande emozione – continua padre Marino – celebrare la prima Messa a Turbigo, dove sono nato e cresciuto e dove ci sono molti amici. Bello sentire l’affetto ed il calore della gente e di quanti mi sono stati accanto durante il mio percorso e che mi hanno aiutato e consigliato”. Ora il turbighese è nella Comunità Somasca, in attesa di conoscere quali incarichi e destinazioni lo attendono. “Come vedo il futuro? – conclude – Al servizio del prossimo, bambini, giovani, adulti ed anche anziani, magari in una Parrocchia, in un Santuario o alla direzione Spirituale di una scuola. Magari in qualche zona del mondo per portare aiuto e sostegno alle popolazioni di quelle terre”.
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