Ne hanno parlato tutti. Televisioni, radio ed organi di stampa hanno realizzato servizi ed approfondimenti. Oggi, però, di fronte alla terribile tragedia che ad inizio della scorsa settimana ha colpito l’Abruzzo, ogni singola parola, ogni semplice frase di chi, come noi, cerca di fare informazione, forse, non ha più senso. C’è chi abita in quei luoghi e sta cercando di ricominciare. Chi, nel terremoto, ha perso un familiare, un parente, un amico. Chi, ancora, è stato costretto ad abbandonare la propria abitazione, lasciando al suo interno tanti sogni e speranze per il futuro. E chi, invece, in Abruzzo, ci è andato come volontario. Come parte integrante di qualche gruppo di soccorso per portare aiuto. Nel corso di questi giorni abbiamo raccolto tante e tante testimonianze di queste persone generose. Innumerevoli sono state le manifestazioni di affetto e solidarietà messe ‘in campo’ in tutta Italia ed anche nel nostro territorio. Protezione Civile, Carabinieri in congedo, militari, Vigili del fuoco, organi di Polizia e di sicurezza, parrocchie, oratori, gruppi ed Associazioni e, poi, innumerevoli cittadini. Un segnale forte, come hanno voluto sottolineare le nostre Istituzioni. Una prova ed un esempio di quanto il nostro Paese, nonostante si dica, sia unito. Un segnale forte di come, insieme, si possa ricominciare. Sarà dura, ma se si continuerà a lavorare in collaborazione, come è stato fatto in questi giorni e come sarà anche per le prossime settimane e mesi, forse presto l’Abruzzo potrà uscire da questo triste e difficile momento. Rendendo meno pesanti queste dolorose macerie.

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