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lunedì 27 gennaio 2025 | ore 18:14

80 anni da Auschwitz

Questa data, scelta per commemorare l’apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau nel 1945 da parte dell’Armata Rossa, è divenuta simbolo della lotta contro l’oblio e del monito contro l’odio.
Sociale - Mauthausen

Il 27 gennaio di ogni anno, il mondo si ferma per ricordare uno dei capitoli più bui della storia dell’umanità: la Shoah. Questa data, scelta per commemorare l’apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau nel 1945 da parte dell’Armata Rossa, è divenuta simbolo della lotta contro l’oblio e del monito contro l’odio. La Shoah, termine ebraico che significa “distruzione”, rappresenta il genocidio di circa sei milioni di ebrei perpetrato dal regime nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Accanto a loro, milioni di altre vittime, tra cui Rom, disabili, oppositori politici e omosessuali, furono deportati e sterminati nei campi di concentramento e di sterminio. Questo orrore sistematico non fu solo un crimine contro gli ebrei, ma un attacco ai principi fondamentali di umanità e dignità. Nel 2005, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito ufficialmente il 27 gennaio come Giornata Internazionale della Memoria delle Vittime dell’Olocausto. In Italia, già dal 2000, questa ricorrenza è stata riconosciuta con una legge, con l’obiettivo di “ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Il rischio dell’oblio è sempre presente e, con il passare degli anni, il numero dei testimoni diretti si riduce. Questo rende ancora più urgente l’impegno a preservare e tramandare le loro storie. Documenti, testimonianze e memoriali diventano strumenti indispensabili per mantenere viva la memoria. Recenti episodi, dai saluti fascisti alle guerre per dezanificare, dall’avanzata di partiti populisti al limite della legalità devono urgentemente farci riflettere su quanto accaduto il secolo scorso, sia come dovere morale per le milioni di persone che non ci sono più, ma anche e soprattutto come monito per noi e per i nostri figli. A soli 80 anni di distanza può essere che tutto venga ricordato e vissuto solo come una pagina ingiallita di storia e non come un dramma che ha segnato la nostra Europa? Viaggi della memoria, incontri, conferenze, film,... Rischiano di rimanere rievocazioni vuote senza una vera presa di coscienza.

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