Milano / Malpensa
Addio macchina da scrivere
- 29/04/2011 - 13:50
- Attualità
La comunicazione cambia davvero. Nessun nuovo strumento tecnologico, ma un semplice e dolcissimo addio da parte di tutto il mondo dei giornalisti e degli scrittori ad uno strumento che ha fatto la storia: la macchina da scrivere. Martedì scorso (26 aprile), in India, ha, infatti, chiuso i battenti l’ultima fabbrica al mondo che produceva questi apparecchi (notizia diretta dal quotidiano britannico Daily Mail). L’azienda era la Gogrej and Boyce di Mumbai, che fino a pochi anni fa era fiorente e attiva perché proprio in India l’uso di tali oggetti, superati in occidente da più di vent’anni, era comune e diffuso, specialmente negli uffici pubblici, presso le forze di sicurezza e nei tribunali. I computer, però, hanno lentamente colonizzato anche il mondo della scrittura mandando in pensione la vecchia macchina da scrivere che da oggi non sarà più prodotta. La sua produzione è durata circa un secolo e mezzo: inventata probabilmente dall’avvocato novarese Giuseppe Ravizza nel 1846 con lo scopo di far sì che anche i ciechi potessero scrivere facilmente. Diffusa in moltissimi stati, anche in Italia negli anni ’50 ha visto un prosperoso periodo di produzione grazie alla più grande fabbrica italiana del periodo: l’Olivetti di Ivrea. E, invece, oggi non restano che pezzi unici come ricordo nelle case degli appassionati o in magazzini come quello di Mumbai dove ne sono rimasti 200 pezzi a caratteri arabi. L’era digitale avanza a tutti gli effetti.
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