Milano / Malpensa
"Noi contro la violenza di genere"
Un minuto di silenzio per ricordare Giulia Cecchettin e tutte le vittime di violenza. Così, si è aperto venerdì 24 novembre, l’evento organizzato dalla Città metropolitana di Milano, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: un’intensa mattinata di confronto e approfondimento delle azioni che il territorio metropolitano ha messo in campo, a vari livelli, per prevenire e contrastare la violenza di genere.
E’ stato il vicesindaco della Città metropolitana di Milano, Francesco Vassallo a ricordare come l’ente di area vasta, ispirandosi al proprio Statuto, sia “in prima linea per sostenere tutti i soggetti che nel territorio hanno ruoli definiti nelle reti territoriali, partecipando attraverso interventi, azioni e protocolli”. Il vicesindaco ha ampiamente spiegato le iniziative promosse e sottolineato l’importanza di un cambio di passo culturale.
Tra queste basti pensare al protocollo “INPS indossa le scarpette rosse", per facilitare l'accesso alle misure per le donne vulnerabili, quello con il Comune di Milano e quello con i Comuni e le reti antiviolenza della CM, per facilitare la relazione tra le donne vulnerabili vittime di violenza e stalking e i centri per l'impiego. Non solo, l’ente porta avanti azioni di formazione per i servizi pubblici, del terzo settore, e per gli operatori dei Centri per l'impiego, al fine di costruire attenzioni e prassi condivise. Di recente ha promosso, con partner privati, campagne di sensibilizzazione con la realizzazione e diffusione di materiali informativi per promuovere il numero verde 1522 e sensibilizzare le potenziali vittime.
La consigliera delegata alle Politiche del Lavoro, Politiche Sociali, Pari opportunità, Diana De Marchi ha introdotto, con emozione, la mattinata, che ha contato sui contributi di Barbara Peres, Consigliera di parità metropolitana, Alberto Di Cataldo, Direttore Dipartimento Risorse umane e organizzazione, e Carmen Auricchio, Nucleo Organizzato di Ascolto, la quale ha spiegato il nuovo servizio dello sportello d’ascolto per il benessere lavorativo del personale della Città metropolitana. Un contributo video sull’evoluzione normativa è arrivato dal direttore e segretario generale Antonio Sebastiano Purcaro.
Con la regia della presidente del Cug (Comitato unico di garanzia), Donatella Mostacchi, è stata poi avviata una interessante tavola rotonda per delineare le azioni territoriali messe in campo per prevenire e contrastare la violenza di genere, con Maria Letizia Mannella, Procuratrice aggiunta - Coordinatrice V Dipartimento “Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli” – Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Daniela Nuzzo, Maggiore Comandante Compagnia Carabinieri Rho, Silvia Terrana, Responsabile Nucleo Tutela donne e minori e Commissaria Polizia Locale Milano, Mirco Fagioli, Direttore UOC Programmazione Sociosanitaria e Sociale integrata Ats Città metropolitana Milano e Francesca Pollastro, componente Cug Città metropolitana di Milano.
La procuratrice Mannella ha illustrato il ruolo chiave del Codice rosso, entrato in vigore nel 2019, che ha imposto un cambio di passo nella giustizia italiana. Le forze di polizia hanno infatti l’obbligo, in casi di maltrattamenti e abusi, di contattare subito la Magistratura. Non solo la denunciante deve essere ascoltata entro tre giorni. Ha inoltre evidenziato il ruolo dei Centri antiviolenza, per un supporto a 360° anche dopo l’intervento delle forze dell’ordine: è infatti fondamentale una risposta sociale per accompagnare le vittime, anche dopo aver fermato l’aggressore/stalker, e proteggerle nel caso di allontanamenti. Il progetto Mobile Angel, ad esempio, prevede che le donne abbiano un braccialetto smart da usare in caso di pericolo per allertare subito le forze dell’ordine. Il suggerimento alle donne è di evitare confronti e chiarimenti diretti con potenziali aggressori, imparando a dire “no”.
E’ stato mostrato il “violenzametro” dell’Arma dei Carabinieri, che fa parte di una campagna di sensibilizzazione per individuare i sintomi di un rapporto che può degenerare in violenza o che ne è già caratterizzato. L’appello è chiamare il 112 per chiedere aiuto. Proprio la Maggiore Nuzzo ha evidenziato come un tema chiave sia la vulnerabilità delle vittime, spiegando il lavoro capillare dell’Arma in ogni caserma, dove personale formato può accoglierle e renderle consapevoli della violenza. Un lavoro approfondito che si basa su buone prassi sperimentate e poi applicate a tutti i livelli, dall’operatore del 112 ai Comandi, per una risposta che sia adeguata e tempestiva. Tutti i militari dell’Arma sono infatti formati sul tema del contrasto della violenza di genere e nell’accoglienza delle vittime, donne e minori. Un’esperienza quotidiana sul territorio per cogliere i segnali di rischio, sfruttando il rapporto quotidiano con la cittadinanza, e darvi risposta, debellando il sommerso. Toccato anche il tema della vittimizzazione secondaria, che deve essere evitato anche in fase istruttoria e nella raccolta delle testimonianze. Toccante la testimonianza sul caso di Giulia Tramontano, giovane donna incinta uccisa barbaramente dal fidanzato, accaduto proprio nel territorio di competenza della Maggiore Nuzzo.
La commissaria Terrana si è soffermata sul ruolo dell’empatia combinata ad una tecnica investigativa efficace per prevenire i femminicidi e si è soffermata sulle difficoltà riscontrate con le donne nel percorso di presa di consapevolezza e denuncia. Un importante tema riguarda i numeri: l’aumento di denunce, si è evidenziato, è la dimostrazione di una riduzione del sommerso, di una sensibilizzazione che dà i suoi frutti. Urgenza dell’intervento invece che emergenza, parola inflazionata. 24 agenti nel Nucleo Tutela donne e minori, perlopiù donne, che seguono donne e minori, ogni giorno, affrontando reati che sono trasversali e molto differenti tra loro. La violenza affrontata come fisica, ma anche psicologica, sociale ed economica, toccando persone molto diverse tra loro e che richiede competenze approfondite e poliedriche. Fondamentali il lavoro della rete, la collaborazione e la fiducia reciproca di tutti gli attori in campo, oltre la capacità di illustrare alle donne cosa le attende dopo la denuncia.
Una vera e propria rete istituzionale che, quotidianamente, accoglie e supporta le donne che vogliono uscire da situazioni di abuso e violenza: otto le reti attualmente attive, dalla realtà storica di Milano città, a quelle di Lodi, Rozzano, Cinisello Balsamo, Legnano, Rho, Melzo, San Donato Milanese. I comuni capofila delle reti fanno da riferimento ai 193 comuni del territorio metropolitano e di Lodi complessivi per 17 ambiti sociali che fanno capo ad Ats Milano. Il tema della violenza è, infatti, anche un tema di sanità pubblica, come ha illustrato Fagioli, che ha illustrato la campagna avviata nei pronto soccorso, abbinata ad una adeguata formazione del personale. Il codice giallo viene garantito alle vittime di violenza.
La rete dei Centri antiviolenza del territorio di ATS Milano può contare su 25 punti di accesso tra Centri antiviolenza e sportelli antenna, di cui 10 nella sola città di Milano e 15 nell’area metropolitana e di Lodi. Tutte queste realtà operano secondo un apposito protocollo antiviolenza.
Attraverso uno sguardo più ampio al tema, dal 2021 è inoltre attivo il progetto U.O.MO Uomini, Orientamento e Monitoraggio, per rispondere in modo nuovo ed integrato al problema della violenza nell’ambito delle relazioni intime e per diffondere una cultura che riconosca nel trattamento degli autori di violenza un ulteriore strumento di protezione per le donne. Da luglio 2021 luglio 2023 lo sportello ha raccolto 202 segnalazioni.
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