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sabato 21 dicembre 2024 | ore 17:53

Anna, da Inveruno al Jamboree

Ci sono esperienze che segnano la vita, uniche, irripetibili. Una di queste è capitata alla giovane Anna, una ragazza di 16 anni di Inveruno.
Territorio - Da Inveruno al Jamboree

Ci sono esperienze che segnano la vita, uniche, irripetibili. Una di queste è capitata alla giovane Anna, una ragazza di 16 anni di Inveruno. “Ho iniziato il mio percorso scout nel gruppo di Castano Primo circa 9 anni fa, quando ero piccola - ci racconta Anna- mi è sempre piaciuto fare scout, perché ti permette di conoscere tante persone, stringere amicizie durature, fare nuove esperienze e visitare tanti luoghi, sia in Italia che all’estero. In particolare mi è sempre piaciuto conoscere scout di altri gruppi, infatti durante il mio percorso, sin da quando ero alle elementari, mi si sono presentate tantissime occasioni per conoscere nuove realtà”. Tra le tante proposte vissute, sicuramente quella più ‘eccezionale’ è accaduta questa estate con il World Scout Jamboree, che si e tenuto dall’1 al 12 agosto in Corea del Sud. “Il Jamboree, che significa in italiano “marmellata di ragazzi”, è un raduno mondiale che si svolge ogni 4 anni ogni volta in un Paese diverso in tutto il mondo - ci spiega Anna - nel 2019 si è svolto in America, nel 2023 in Corea del Sud e nel 2027 sarà in Polonia. è l’evento più grande ed importante a cui uno scout possa partecipare e per me è stato un vero onore farne parte: in 12 giorni hai l’opportunità di vivere in un campo con 50.000 scout provenienti da tutto il mondo, provare attività che mai avresti pensato di fare, scoprire nuove culture, nuovi cibi e nuove lingue. I Jamboree però non è solo il viaggio di 12 giorni, ma è un percorso che inizia molto tempo prima. nel mio caso, a inizio 2022: ho mandato la mia candidatura insieme ai miei capi, come hanno fatto tantissimi altri ragazzi in tutta italia, sperando di essere scelta. Dopo un po’ di mesi mi è arrivata una mail con la conferma di essere stata presa, ed essere parte del contingente italiano. per rappresentare l’Italia al Jamboree: siamo partiti in 1200, 936 ragazzi, 135 capi e 92 ist (volontari), sia CNGEI che AGESCI, le due più grandi associazioni scout in Italia”. In tutta Italia si sono formati i reparti, nel caso della giovane inverunese la Lombardia è stata divisa in due ed Anna ha fatto parte del reparto della Lombardia occidentale, il reparto “pensieri concreti”. Ogni reparto è formato da 36 ragazzi e 4 capi e si svolgono 2 campetti di preparazione al Jamboree, oltre ad altre videochiamate e attività. “”Il 31 luglio il nostro viaggio ha avuto inizio, così come in tutta Italia sono partiti i reparti - racconta ancora entusiasta Anna - noi siamo partiti da Malpensa, ma il nostro volo è stato cancellato, abbiamo perso lo scalo a Monaco e così siamo dovuti rimanere a Malpensa, mentre il Jamboree iniziava senza di noi. Così ci siamo persi la cerimonia d’apertura e la Messa di contingente. Siamo stati divisi in 4 gruppi, alcuni di noi sono partiti la sera stessa e sono riusciti ad arrivare in Corea in tempo, noi altri siamo rimasti a Milano fino al 3 agosto. Abbiamo poi fatto scalo a Monaco, Amsterdam ed Helsinki. Dopo più di 40 ore di viaggio, siamo riusciti a riunirci tutti in Corea del Sud nell’aereoporto di Seoul. Dopo i dovuti controlli è arrivato un pullman che ci ha portati fino al nostro campo a Saemangeum. Quel campo era davvero incredibile, 9 km quadrati organizzati in sottocampi, che ospitavano 50.000 scout provenienti da più di 150 Paesi”. Come emergo già in altri racconti, ci sono stati diversi problemi riguardanti il meteo, infatti faceva davvero molto caldo e con una percentuale di umidità altissima. “La sveglia era verso le 5 del mattino, quando andavamo al magazzino a prendere il cibo per la colazione ed il pranzo - prosegue il suo racconto Anna - cucinavamo tutti insieme la colazione e verso le 8 ci incamminavamo per il campo pronti a fare tantissime attività e conoscere tantissime persone. Mentre camminavamo per la strada infatti incontravamo moltissimi scout provenienti da tutto il mondo, che salutavamo e ci stringevamo la mano, tutto era ancora più grandioso quando incontravamo altri italiani. Non importava di che Stato fossero le persone che incontravamo, eravamo comunque contenti di conoscerli. In coda per le attività, per strada, al magazzino, nei sottocampi, era sempre il momento per fermarsi e parlare con loro, anche con le problematiche dovute alla lingua. L’aspetto che più mi è piaciuto è stato sicuramente il fatto che, nonostante le mille differenze, eravamo contenti di conoscerci, di scambiarci il fazzolettone o un distintivo, raccontarci la storia del nostro paese e degli eventi scout a cui abbiamo partecipato, in un clima di costante pace. Le attività proposte erano moltissime, come la canoa, la cucina, il codice morse, gli scivoli d’acqua e l’arrampicata. Rientravamo al nostro sottocampo nel pomeriggio tardi, dove ci lavavamo e poi preparavamo la cena. Dopo la cena eravamo liberi di fare ciò che volevamo, io mi divertivo molto ad andare alle feste organizzate al palco di sottocampo, dove potevi divertirti con scout di tutto il mondo, ascoltando la loro musica e vedendo il loro modo di “fare festa”. Alla fine della giornata facevamo un momento di catechesi per riflettere sulla giornata passata, e poi andavamo nelle nostre tende a dormire. Durante il Jamboree c’è stata una giornata particolare, il ‘Cultural Day’, dove non si faceva attività, ma ogni reparto preparava un qualcosa da mostrare agli altri per rappresentare il proprio paese. Noi abbiamo riempito il nostro spazio di palloncini e bandiere italiane, ci siamo dipinti la bandiera italiana in faccia ed abbiamo preparato la pasta. Durante la giornata abbiamo accolto tutti gli scout di tutto il mondo, gli abbiamo fatto provare il nostro cibo, gli abbiamo… Per tutto quello che ho vissuto non posso che ringraziare il mio gruppo, i miei capi e Matteo che mi sono stati vicini”.

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