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Milano: niente più sfalci per una città a misura di Greta

Dopo lo stop ad una serie di categorie crescenti di auto non solo dal centro di Milano, il Consiglio Comunale presieduto da Sala ha dato indicazione di “limitare e ridurre lo sfalcio delle aree verdi comunali al fine di tutelare ecosistemi e biodiversità”.
Attualità - Aree verdi a Milano (Foto internet)

Chi pensava che, non sentendola più nominare con la stessa frequenza, Greta Thumberg fosse tornata a scuola o avesse deciso di studiare in modo serio il problema, purtroppo rimarrà deluso: la paladina dell’ideologia climatica è ancora in prima linea a snocciolare dati di dubbia fondatezza (o quantomeno interpretazione), ergendosi a guida spirituale dell’ecologismo religioso. La sua opera di proselitismo, è noto, ha raggiunto il nostro paese da tempo senza lasciarsi travolgere dal contraddittorio numerico e scientifico, che, infatti, non pare averne scalfito la presa sulle coscienze dei giovani impreparati (forse giustamente) e degli adulti (colpevolmente sprovvisti non solo di dati, ma anche di qualsivoglia forma di ragionamento critico), contribuendo così a rimpolpare una schiera di sostenitori spesso più interessati ad agitare un cartello o alle conseguenze politiche che un eventuale endorsment possa generare, piuttosto che a comprendere l’argomento. Il Sindaco di Milano è uno di questi e l’azione politica che sta portando avanti ormai da due mandati è totalmente orientata al perseguimento di una linea di pensiero, gretino, totalmente ideologico. È notizia recente infatti che, dopo aver deciso lo stop ad una serie di categorie crescenti di auto non solo dal centro di Milano, bensì da una zona cuscinetto all’area C pari al 73% del territorio comunale oggi conosciuta come “area B”, il Consiglio Comunale presieduto da Sala abbia dato indicazione di “limitare e ridurre lo sfalcio delle aree verdi comunali al fine di tutelare ecosistemi e biodiversità”. La notizia è stata riportata, ovviamente con tanto di foto immersa negli ormai impercorribili giardini pubblici, anche dall’Assessore al verde, Elena Grandi, la quale ha commentato: “In molti parchi e giardini e aiuole della città l’erba è lasciata alta eppure i bambini giocano lo stesso e le persone si sdraiano nei prati”. Rileggendola bene è quel “eppure” che mi frega e mi lascia il dubbio che alla fine, forse, quello che non ha capito come funziona nella city più inclusiva del globo, sia io; che mi sbagli a pensare che i parchi al di fuori della ZTL siano in uno stato di noncuranza generalizzata per mancanze comunali e che debbano avere la stessa cura e attenzione di quelli localizzabili in area C; che i cittadini non apprezzino più di tanto soffrire per riniti allergiche; che famiglie e bambini dopotutto non gradiscano sdraiarsi in mezzo metro di ciuffi d’erba pieni di insetti, così come i cani di ospitarli sul proprio pelo. Tra ideologia e pragmatismo, sembra che Sala abbia fatto la sua scelta: una città a misura di Greta.

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