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domenica 22 dicembre 2024 | ore 05:08

Libero mercato contro caro affitti

Ha fatto molto clamore la – questa sì intelligente – trovata di alcuni studenti del Politecnico di Milano di pernottare in tende da campeggio davanti alle strutture universitarie, per manifestare contro il caro-affitti del capoluogo lombardo, divenuto a loro giudizio ormai insostenibile.
Attualità - Mercato (Foto internet)

Ha fatto molto clamore la – questa sì intelligente – trovata di alcuni studenti del Politecnico di Milano di pernottare in tende da campeggio davanti alle strutture universitarie, per manifestare contro il caro-affitti del capoluogo lombardo, divenuto a loro giudizio ormai insostenibile. La protesta ha preso velocemente piede e si è diffusa in diverse città italiane, tanto da attirare l’attenzione del Ministro dell’università Bernini, che ha promesso l’impiego di fondi del Pnrr e l’avvio di un censimento pubblico per mappare possibili edifici da convertire in alloggi per studenti. Allo stesso tempo l’eco dell’opinione pubblica si è fatto portavoce della manifestazione e sembra che chiunque concordi e condivida l’intento della manifestazione: ottenere un calmiere al prezzo degli affitti per studenti. Legare, tuttavia, tutto questo al diritto allo studio, quale argomento di fondo per sostenere il “necessario” intervento pubblico, non solo è subdolo, ma è profondamente diseducativo ed errato. Conosciamo tutti, a grandi linee, quale sia il livello medio delle locazioni a Milano, ma dimentichiamo che il confronto non è da fare con i livelli che vorremmo o quelli che si trovano in provincia. Gli affitti milanesi, euro più/euro meno, sono in linea con quelli delle grandi capitali europee (Lisbona, Amsterdam, Monaco, Parigi, Berlino, Barcellona e Bruxelles sono tutte appaiate) e sono determinati dal crescente grado di importanza che sta acquisendo la città sulla scena internazionale. I prezzi degli affitti, così come ogni cosa, sono determinati dalla domanda, che in questo caso – ed è un bene – è di molto superiore all’offerta. Pensare di intervenire su questo meccanismo, garantendo un calmiere agli studenti, significherebbe, tra le altre cose, imporre un precedente che non vieterebbe ad altre categorie professionali a basso reddito di chiedere lo stesso, ledendo i diritti di chi affitta. Il meccanismo di allocazione di domanda e offerta è lo strumento più efficiente che abbiamo per l’allocazione dei beni ed indicarlo come colpevole delle mancanze della politica italiana in materia di costruzione di studentati e garanzia del diritto allo studio è la classica via d’uscita di chi non vuole risolvere i problemi comuni, ma ottenere soluzioni individuali. Pensare che giovani studenti debbano avere la stanza a pochi minuti dall’università, in centro città, è soltanto un vezzo frutto del benessere acquisito, che dimentica quanto già la collettività già faccia in termini di sostentamento dei costi scolastici e che offende chi, studente (e magari lavoratore serale), ogni giorno, dalla provincia o dall’hinterland, si reca per studiare nelle stesse aule di chi pretende di vivere a Milano.

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