Milano / Malpensa
Cibo sintetico: stop salva 14 miliardi
Lo stop al cibo sintetico deciso dal Governo salva gli oltre 14 miliardi di valore delle produzioni agroalimentari lombarde. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia nell’esprimere soddisfazione per l’approvazione al Consiglio dei Ministri del Disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”. “Ringraziamo il Governo per avere accolto il nostro appello a fermare una pericolosa deriva – commenta Paolo Carra, vice presidente di Coldiretti Lombardia – che mette a rischio il futuro della cultura alimentare lombarda e nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell’intera filiera del cibo made in Italy che complessivamente vale 580 miliardi di euro, con il cibo che è diventato la prima ricchezza dell’Italia nonostante le difficoltà generate dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina”. La scelta dell’esecutivo – sottolinea la Coldiretti – va incontro alla forte opposizione manifestata dei cittadini ai cibi artificiali, bocciati senza appelli dall’84% degli italiani secondo l’indagine Coldiretti/Censis, con un no preponderante per classi di età, titolo di studio, genere, area territoriale di residenza, livello di reddito. Una contrarietà evidenziata anche dal mezzo milione di firme che sono già state raccolte in tutto il Paese nell’ambito dell’iniziativa di Coldiretti, Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia. Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods, azienda statunitense finanziata da big della finanza mondiale come Bill Gates, Richard Branson e il fratello di Elon Musk – denuncia Coldiretti -, il rischio è una diffusione anche nell’Unione Europea dove già quest’anno potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Ma non c’è solo la bistecca in provetta. Infatti – evidenzia Coldiretti – la società Remilk vuole aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. Il “prodotto” della start up israeliana usa il gene responsabile della produzione delle proteine del latte nelle mucche, lo mette in coltura dentro un lievito che viene poi inserito nei fermentatori, dove si moltiplica rapidamente e produce proteine del latte che vengono poi combinate con vitamine, minerali, grassi e zuccheri non animali per formare i latticini sintetici. L’ultima deriva a tavola arriva poi dalla Germania – riferisce Coldiretti – con i bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli Usa, con un’abile strategia di marketing, si stanno buttando sul sushi in provetta. La società tedesca Bluu Seafood impegnata nel progetto promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali. Per ora in Germania si punta alla realizzazione di prodotti come bastoncini e polpette facendo biopsie ai pesci e creando masse di cellule autoriproduttive da confezionare poi per il consumo umano. Un business non indifferente se si considera che a livello globale – sottolinea Coldiretti – ogni persona consuma oltre 20 chili di pesce vero all’anno, mentre gli italiani ne mangiano circa 28 chili pro capite, sopra la media europea che è di 25 kg. Ma al lavoro, fra provette e laboratori, non ci sono solo i tedeschi della Bluu Seafood. Negli Stati Uniti – evidenzia Coldiretti – il colosso Nomad Foods, proprietario tra gli altri del marchio Findus Italia, ha firmato un accordo con la start-up californiana BlueNalu per studiare il lancio di pesce da colture cellulari, mentre la Wildtype di San Francisco ha raccolto capitali per 100 milioni di dollari per sviluppare un sushi da salmone coltivato in laboratorio programmando l’eventuale distribuzione tramite accordi con Snowfox, che gestisce una catena di sushi bar con 1.230 punti vendita negli Stati Uniti e con Pokéworks, che gestisce 65 ristoranti di poke, mentre in Corea del Sud la CellMeat sta lavorando sui gamberetti in provetta.
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