Milano / Malpensa
Covid, cosa ci rimane?
- 24/02/2023 - 16:13
- Attualità
- Salute
- Territorio
Sono già passati tre anni, un tempo lungo ma per molti aspetti ‘sospeso’. Dall’incubo all’assuefazione, dai giorni del lockdown ad un ritorno senza regole. Fino a quattro anni fa, medici e scienziati a parte, chi poteva anche solo immaginare che un subdolo virus da una sconosciuta città cinese potesse diffondersi in pochi mesi in tutto il mondo... portando morte, città paralizzate, corse al vaccino e al distanziamento? La ‘rimozione’ mentale personale di quei giorni (dall’essere chiusi in casa passando tra paure a far pasta e pizza, dal cantare dai balconi al sentire le sirene nel silenzio delle strade) e collettiva è ormai consolidata, ma per certi aspetti è quanto di più sbagliato. Il ricordo, l’analisi, il comprendere meccanismi, gestione ed errori può permetterci l’evitare di altre future pandemie. E torniamo a ‘rileggere’ quei momenti, i passi che ormai sono storia. Il 31 dicembre 2019 le autorità cinesi riferiescono all’Oms l’emergenza di diversi casi di una misteriosa polmonite. L’epicentro è la città di Wuhan, metropoli di 11 milioni di abitanti: in pochi giorni i casi sono 41, quasi tutti legati al mercato di pesce e animali vivi. Il 7 gennaio 2020 le autorità cinesi identificano il nuovo virus, responsabile di una grave polmonite bilaterale, e lo chiamano Sars-Cov-2. Il 14 gennaio 2020 viene individutao il primo caso fuori dalla Cina, in Thailandia, nelle televisioni mondiali si vedono le prime immagini di medici bardati e pazienti intubati. Il 20 gennaio arriva la prima conferma della trasmissione del virus da uomo a uomo, ma l’allerta rimane sotto traccia. Il 23 gennaio 2020 Wuhan e altre città cinesi entrano in lockdown, una misura che a noi occidentali sembra folle e impensabile. Il 31 gennaio i primi casi di contagio riscontrati in Italia, sono due turisti cinesi messi in quarantena. Il 21 febbraio 2020 un uomo di 38 anni residente a Codogno è il primo italiano a cui viene riscontrato il Covid-19, il giorno seguente il primo decesso in Italia, un 78 di Vo’ Euganeo. Il 23 febbraio prime zone ‘rosse’ in Lombardia e Veneto e chiusura delle scuole e degli eventi. Il 25 febbraio la prima conferma, da parte del nostro giornale, di due casi Covid-19 ricoverati all’Ospedale di Legnano. In pochi giorni i casi esplodono in ogni singolo paese, portando un lungo elenco di decessi, mancanze gestionali, ansie, dolore. Il resto è ormai storia.
Siamo al lavoro per offrire a tutti un’informazione precisa e puntuale attraverso il nostro giornale Logos, da sempre gratuito.
La gratuità del servizio è possibile grazie agli investitori pubblicitari che si affidano alla nostra testata.
Se vuoi comunque lasciare un tuo prezioso contributo scrivi ad amministrazione [at] comunicarefuturo [dot] com
Grazie!