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domenica 28 luglio 2024 | ore 02:37

"Origine carne nei menù: misura di trasparenza"

Una misura di trasparenza importante, da adottare al più presto anche in Italia dove circa 1/3 della spesa alimentare avviene fuori casa per un valore che lo scorso anno ha raggiunto i 60 miliardi di euro nonostante la pandemia. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia in riferimento alla scelta fatta in Francia.
Sapori - Carne (Foto internet)

Una misura di trasparenza importante, da adottare al più presto anche in Italia dove circa 1/3 della spesa alimentare avviene fuori casa per un valore che lo scorso anno ha raggiunto i 60 miliardi di euro nonostante la pandemia. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia in riferimento alla scelta fatta in Francia dove la ristorazione commerciale e collettiva, inclusi ristoranti e mense, dovrà indicare nei menù il Paese di origine delle carni di maiale, pollame, agnello o montone servite ai clienti.

È stato infatti pubblicato dal Governo francese – rende noto la Coldiretti nazionale - il decreto n° 2022-65 del 26 gennaio che stabilisce le modalità di applicazione dell’indicazione obbligatoria dell’origine delle carni di pollame, suine e ovine nella ristorazione commerciale e collettiva. Nel dettaglio – sottolinea la Coldiretti - dovranno essere indicati nei menu il Paese di allevamento e il Paese di macellazione, sia che si tratti di carne fresca, refrigerata o congelata, per garantire maggiori informazioni sugli alimenti consumati anche fuori casa. La nuova norma sarà applicabile dal 1° marzo 2022 per 2 anni, fino al 29 febbraio 2024 dopo essere stata autorizzata dall’Unione Europea.

“L’Italia che è leader nella qualità alimentare – afferma il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini – deve essere all’avanguardia nelle normative per la tracciabilità a tavola, come è accaduto sull’obbligo di indicazione di origine per gli alimenti venduti in negozi e supermercati. Una misura che va estesa anche a ristoranti, trattorie e mense pubbliche e private nelle scuole, negli ospedali, nelle aziende ai prodotti più sensibili, dalla carne al pesce, dai formaggi ai salumi, dalla frutta alla verdura”. “Un impegno che – conclude Prandini - deve partire dalla tutela nei menu delle nostre produzioni a denominazione di origine, dall’olio extravergine fino ai formaggi anche grattugiati serviti a tavola”.

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