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lunedì 29 luglio 2024 | ore 10:29

Donare durante la pandemia

Il bisogno di sangue non si ferma mai: ogni giorno 1.800 persone necessitano di trasfusioni per poter sopravvivere.
Salute - Donazione di sangue

Il bisogno di sangue non si ferma mai: ogni giorno 1.800 persone necessitano di trasfusioni per poter sopravvivere. Nonostante il Coronavirus l’appello che Avis fa è chiaro: "Vieni a donare. La donazione è un gesto responsabile che può essere compiuto solo se in buona salute". Il sangue è sicuro - Il dono del sangue è un gesto che viene compiuto sempre in assoluta sicurezza. Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la trasmissione del coronavirus attraverso le trasfusioni di sangue ed emocomponenti. Donare è sicuro - Il Centro Nazionale Sangue - la massima autorità italiana sul sistema sangue del Ministero della salute - sta invitando tutte le unità di raccolta a effettuare la prenotazione delle donazioni, prendendo contatti telefonici con i donatori per conoscere il loro stato di salute e per sapere se hanno mai avuto contatti con persone affette dal virus. Programmando le donazioni, inoltre, si evitano assembramenti e il contatto con altre persone è molto limitato. Il sistema è semplice: prenotazione, gestione dell’attesa e della donazione in piena sicurezza. Donatori vaccinati - Quale misura precauzionale, i soggetti che abbiano sviluppato sintomi dopo la vaccinazione (anche di una singola dose) possono essere accettati alla donazione di sangue ed emocomponenti dopo almeno 7 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi. Se asintomatici, si è ammessi dopo 48 dalla somministrazione. Soggetti positivi - Le persone risultate positive al tampone sono tenute a osservare un periodo di sospensione dalla donazione. La loro riammissione avverrà sulla base dei criteri indicati dal Centro Nazionale Sangue: i soggetti positivi sintomatici saranno riammessi alla donazione dopo 14 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi (fatta eccezione per la perdita del gusto e dell'olfatto che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione) oppure in presenza di un test molecolare o antigenico negativo. Contatti stretti ad alto rischio - Per i donatori totalmente asintomatici che abbiano avuto un contatto stretto con un suggetto risultato positivo ai test si applicano le seguenti disposizioni: i donatori non vaccinati o che non abbiano completato il ciclo vaccinale primario (per esempio, che abbiano ricevuto una sola dose di vaccino delle due previste) o che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da meno di 14 giorni devono osservare un isolamento di 10 giorni dall’ultimo contatto a rischio. Saranno riammessi alla donazione solo se in possesso di esito negativo del test molecolare o antigenico effettuato al termine della quarantena; per i donatori che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni la quarantena ha durata di 5 giorni, purché al termine di tale periodo venga eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo. Non si applica la quarantena ed è fatto obbligo di indossare mascherine FFP2 per almeno 10 giorni dall’ultimo contatto per i donatori che: abbiano ricevuto la dose booster, oppure che abbiano completato il ciclo vaccinale primario nei 120 giorni precedenti, oppure che siano guariti da infezione da SARS-CoV-2 nei 120 giorni precedenti. È prevista l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione dell’antigene Sars-Cov-2 alla prima comparsa dei sintomi e, se sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi. Il donatore che dovesse manifestare sintomi influenzali o da Covid-19 nei 14 giorni che seguono la donazione è invitato a darne comunicazione immediata alla propria Avis o all’unità di raccolta.

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